Page 330 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
P. 330

-                                                           SALVATORE  MINARO!





                Analogamente  Umberto  Eco  invocava  una  nuova  Norimberga  dinanzi  a  cui
            portare i gestori del potere atomico (93) che, per il  filosofo Severino, era il  frutto di
            calcoli  folli (94)  mentre  Giovanni Testori  coglieva  nella  realtà atomica lo  scandalo
            del cristiano (95).
                Secondo  Lucio  Colletti,  però,  le  questioni  dell'armamento  nuclcare  c  della
            stessa bomba "N" erano troppo serie e gravi perché sc ne potesse discutere con la
            spensieratezza dei  filosofi o con la disposizione cristiana a porgere l'altra guancia.
            Pcr lui,  se  l'Europa  non  si  voleva consegnare "inerme e su  un piatto d'argcnto",
            poteva  "garantire  la  propria indipendenza",  solo  clanclosi  "una Comunità  Euro-
            pea di Difesa (l'analogo della vecchia CED) allivello nucleare. Fuori di  queste due
            alternative", si  lavorava "soltanto per il  re  di  Prussia" (96).
                A sua volta Giorgio Bocca stigmatizzava "le schizofrenie dell'opinione pub-
            blica italiana",  che ricorreva continuamente al  "mugugno inutile" contro gli  ar-
             mamenti, e ironizzava a  proposito clelle  proteste cii  tutti  i "buoni democratici e
             progressisti  ed  ecologi"  d'Italia  che  si  guardavano  bene  però  dal  rinunciare  ai
             "benefici economici,  di  stato del  benessere"  e  "di  relativa libertà che queste ar-
             mi" proteggevano (97).  E se  per Domenico Bartoli  il  pericolo di  un conflitto sa-
             rebbe potuto derivare  molto più facilmente  clallo  squilibrio delle  forze  in  Euro-
             pa a favore dell 'Unione Sovietica (98),  opinione condivisa da Gianfranco Miglio,
            secondo cui  la pace avrebbe  potuto essere garantita soltanto dall'equilibrio del-
             le forze (99),  per Lucio Lombardo Radice invece la strategia reaganiana crcava "la
             possibilità di gucrrc atomiche limitate" nel teatro europco e quindi lontano dal-
             l'America (100)  mentre Romano Ledda poneva l'accento sulla necessità di  dialogo



                 (93)  Umberto  Eco,  "Una  Norimberga  anche  per  la  bomba",  Corriere  della  Sera,  27
             agosto  1981.
                 (94)  Emanuele  Sc:vcrino,  "Questo  è  il  calcolo  della  pazzia",  Corriere  della  Sera,  26
             agosto  1981.
                 (95)  Giovanni Testori, "Scandalo per il cristiano", ibidem.
                 (96)  Lucio  Colletti, "CEuropa impari a difendersi", Corriere della Sera,  27 agosto  1981.
                 (97)  Giorgio Bocca,  "E se  Reagan  avesse  ragione", la  Repubblica, 25  agosto  1981.
                 (98)  Domenico Bartoli, "Colombe con artigli", La  Sicilia,  15 settembre  1981.
                 (99)  Gianfranco  Miglio,  "Verso  una  polizia  internazionale",  Corriere  della  Sera,  27
             agosto  1981.
                 (100)  Lucio  Lombardo  Radice,  "Europa  zona  di  pace  o campo  di  guerra",  l'Unità,
             15  agosto  1981.
   325   326   327   328   329   330   331   332   333   334   335