Page 50 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
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_ ANNA MARIA ISASTIA
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La maggior parte dei prigionieri italiani che si trovavano in Australia dovette
aspettare la fine del 1946 e l'ultima nave giunse a Napoli nel febbraio dei 1947 ad
un anno e mezzo dalla fine della guerra (29). Le stesse autorità italiane non cono-
scevano l'esatto numero dei prigionieri, tanto che nel febbraio del 1946 il nume-
ro iniziale di 17.000 dovette essere aggiornato a 17.657, (30) mentre una nota (31)
del Consolato Generale d'Italia a Londra riportava la cifra di 21.000 (32).
Nel maggio del 1946 la situazione doveva essere diventata insostenibile se il
Consolato Generale d'Italia a Londra (33) esprimeva parere favorevole all'ipotesi
avanzata dal Ministero degli Affari Esteri di sollecitare un intervento dell'Amba-
sciatore Italiano a Washington presso le autorità americane, per ottenere la dispo-
nibilità del naviglio necessario al rimpatrio dei prigionieri dall' Australia (.H).
Non tutti i prigionieri accettarono di essere rimpatriati: in Australia ad esem-
pio, nel maggio 1946 rimanevano circa 100 prigionieri che nei mesi precedenti
erano scappati dai campi di internamento e si erano dati alla fuga per evitare il
rimpatrio e poter rimanere a lavorare nel nuovo continente (35).
Le poche unità della marina italiana disponibili furono interamente impiegate
per il trasporto dei prigionieri che si trovavano nell'Africa Settentrionale (36).
(29) Come riportato da A. Fitzgerald, The ltaliall (arming soldiers: prisol1ers o(Vi/ar i/1 Austra-
lia 1941-/947, Melbourne University Press, Melbourne, AU, 1981 (p. J 45), la nave Andes con a
bordo 718 prigionieri fu la prima a lasciare l'Australia nel luglio 1945, ma dopo un altro invio
nell'agosto del 1946 l'afflusso riprese solo nclmese di novembre dello stesso anno. I familiari dei
caduti in Australia dovettero aspettare più a lungo per il rimpatrio delle salme. A maggio del 1949
ancora si discuteva sulle procedure da attivare e sugli alti costi di esumazione e di trasporto del-
le salme e si consigliava il Ministero della Difesa di rivolgersi direttamente alle Società di Navi-
glio della "Lloyd Triestino" e della "Flotta Lauro" che gestivano linee regolari per passeggeri e
merci dall'Australia (AAE, Serie Affari Politici 1946-1950, Australia, Busta n. 2, Fascicolo n. lO).
(.10) AAE, Serie Affari Politici 1946-1950, Italiani - Prigionieri ed internati, Busta n. 1,
Fascicolo n. 2.
(31) AAE, Serie Affari Politici 1946-1950, Australia, Busta n. l, Fascicolo n.B.
(.12) Ritengo questa cifra superiore a quella reale perché, in contrasto con quanto riportato
eia tutte le altre fonti consultate. Forse il Consolato aveva sommato al totale dei prigionieri di
guerra quello degli internati civili, anche se a quella data questi erano già stati rilasciati.
(33) AAE, Serie Affari Politici 1946-1950, Australia, Busta n. 1, Fascicolo n.B.
(34) I prigionieri che avevano esternato le loro simpatie per il fascismo ai propri compagni
o nelle lettere inviate a casa, videro ritardata ulteriormente la propria partenza e le famiglie che
avevano capito la verità, cercavano di convincerli ad abbandonare le posizioni più oltranziste
(Fitzgerald, The ltaliall (anning cit., p. 151).
(35) Fitzgerald. The ltalian (annil1K soldiers: priso/lers o( Vi/ar i/1 Australia cit., p. 152.
(36) Ivi, p. 164.