Page 65 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
P. 65

I:ESODO  DEGLI  ITALIANI  DALLA  FRONTIERA  ORIENTALE

        Il  trattato di Parigi

            Fu  proprio questa sensazione di  suicidio indolore,  di  dimidiamento  interiore,
        di  radicale mutazione di identità e di rimozione della memoria che provarono i giu-
        liano-dalmati, all'indomani della fine  della Seconda guerra mondiale e del Trattato
        di Pace con il quale le potenze vincitrici imposero all'Italia - nazione sconfitta - del-
        le condizioni piuttosto pesanti. È noto: oltre alla perdita delle colonie africane, del-
        le  isole del Dodecanneso e di  altri possedimenti minori, furono modificati  il  confi-
        ne  occidentale  con  la  Francia  (Briga,  Tenda  e  alcune  vallate  alpine)  e  il  confine
        orientale  con  la Jugoslavia.  Con  la  firma  del  trattato  di  Parigi  (4),  il  10  febbraio
        1947, fu  sancita la cessione di  una larga parte della Venezia Giulia alla Jugoslavia di
        Tito e  la  creazione  del TLT,  il  Territorio libero  di  Trieste,  articolato nella  Zona A
        (da Duino a Muggia), sotto l'amministrazione militare angloamericana, e la Zona 13
        (un triangolo della penisola dell'lstria, da Capodistria a Cittanova), sotto l'ammini-
        strazione militare jugoslava.  Le  province di  Pola,  Fiume e Zara, ma anche di  Gori-
        zia e Trieste furono assegnate alla Jugoslavia a conclusione di un lungo contenzioso
        internazionale che avrebbe avuto  degli  strascichi,  per la  questione di  lÌ'ieste e  del
        Territorio Libero, sino  alla  metà  degli  anni  Cinquanta,  e  con l'intensificarsi  della
        Guerra fredda avrebbe politicamente assunto un significato assai  rilevante (5).
            «La  determinazione delle  condizioni di  pace - ha  osservato Pupo - avvenne
        in  ragione esclusiva degli equilibri tra le potenze vincitrici in una sede, come quel-
        la  della conferenza di pace, ormai residuale rispetto all'evoluzione dei rapporti tra
        i grandi. Mentre infatti le  relazioni tra Washington e Londra da una parte, e Mo-
        sca dall'altra, scivolavano sempre più  da una logica  di  appeasement verso  quella
        del  containment,  a  Parigi  venne  celebrato  l'ultimo  atto  dell'alleanza  di  guerra,



          (4)  Sul tema, cfr.  R.H. Raincro, Il trattato di pace delle Nazioni unite con l'Italia:  Parigi,  lO
        febbraio  1947, Cisalpino, Bologna  1997; IU-I. Rainero e G.  Manzari, I~ltalia del dopoguerra:  il
        trattato di  pace con l'Italia,  COlllmissione italiana di  storia militare, Roma-Gaeta 1998.
          (5)  A titolo orientativo, cfr.:  D.  De  Castro, La  questione di Trieste.  L:azione politica  e di-
        plomatica italiana dal  1943 al  1954, Lint, Trieste  1981; R.  Pupo, Fra  Italia e Jugoslavia.  Saggi
        sulla  questione di Trieste,  Del  Bianco,  Udine  1989;  G.  Valdcvit,  La questione di Trieste  1941-
        1954. Politica internazionale e contesto locale, Angeli, Milano 1986; B.C. Novak, Trieste  1941-
        1954.  Lotta politica,  etnica e ideologica,  Mursia,  Milano  1996,  p.  161-335;  G.  Oliva,  Profu-
       ghi.  Dalle foibe all'esodo: la  tragedia  degli italiani d'Istria,  Fiume e Dalmazia, Mondadori, Mi-
        lano 2005, p.  104-118; A.  Pc tacco, L: esodo.  La tragedia negata degli italiani d'Istria,  Dalmazia
        e Venezia Giulia, Mondadori, Milano 1999, pp. 107-149; R.  Pupo, 1/ lungo esodo. Istria: le per-
       secuzioni,  le  foibe,  l'esilio,  Rizzoli,  Milano 2005, p.  112-116. Cfr.  anche:  F.  Longo c  M.  Mo-
        der,  Storia della  Venezia  Giulia  1918-1998.  Da Francesco  GiuseplJe all'incontro Fini-Violante,
        Baldini c Castoldi, Milano 2004.
   60   61   62   63   64   65   66   67   68   69   70