Page 69 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
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I:ESODO DEGLI ITALIANI DALLA FRONTIERA ORIENTALE
linea di confine etnico-linguistico, a causa della commistione della popolazione;
egli auspicò altresì una tempestiva soluzione delle ripercussioni economiche nega-
tive connesse alla «linea Morgan" che, sottolineò, aveva separato dall'Italia
200.000 italiani i quali - prevedeva - sarebbero stati espulsi o comunque solleci-
tati ad abbandonare le proprie abitazioni. Più o meno sulla stessa linea si schierò
l'altro delegato italiano, il capo del governo Ivanoe Bonomi, ormai logorato da
tante battaglie; dopo aver tracciato un quadro storico dal quale emergeva l'italia-
nità della popolazione giuliano-dalmata, Bonomi auspicò che almeno la città di Po-
la, le isole Brioni e Lussino venissero compresi nel Territorio Libero di Trieste.
Sia De Gasperi sia Bonomi furono attaccati con livore dal rappresentante so-
vietico Andreij Visinskij che definì il secondo - a suo tempo (1911) allontanato dal
Psi perché favorevole alla campagna di Libia - un "traditore del popolo" e, senza
tentennamenti, dichiarò che l'Istria e Trieste appartenevano alla Jugoslavia. Cinter-
vento di Visinskij suscitò la più viva indignazione dell'opinione pubblica italiana,
anche presso gli ambienti ideologicamente a lui più vicini. Fu così che Palmiro To-
gliatti incontrò Tito a Belgrado e il 6 novembre 1946 rilasciò un'intervista all'Unità
dal titolo assai esplicito: Viva ,'intesa itala-jugoslava! nella quale enfatizzava, nel se-
gno dell'internazionalismo proletario e contro il nazionalismo borghese, il rappor-
to «amichevole" tra i due stati e l'orientamento favorevole alla cessione di Trieste
all'Italia da parte di Tito, in cambio di Gorizia. Al di là del "cinico baratto", come
lo definì Indro Montanelli sulle colonne del Corriere della Sera, si trattò di un dise-
gno che suscitò le più vive perplessità anche nell'ambito della stessa sinistra, in par-
ticolare tra gli esponenti del Psi di Pietro Nenni (14). Effettivamente, l'idea di un "af-
fratellamento" produceva l'effetto e implicava la più rigida divisione, in termini di
identità politica, della popolazione italiana nell'ambito della quale si sarebbero
rafforzati e irrigiditi gli steccati e le barriere, le contraddizioni e le incomprensioni
prodotte dalla guerra appena conclusa.
Copposizione di Togliarti alla creazione del TLT aveva delle rilevanti implica-
zioni sul terreno della politica interna. Il leader comunista intendeva infatti profit-
tare della situazione di difficoltà in cui si trovava De Gasperi, a causa della durez-
za degli accordi cii pace, per rilanciare la posizione e il ruolo politico ciel Pci. "To-
gliatti - ha osservato Raul Pupo - era ben consapevole che la progressiva clivisione
dell'Europa in due blocchi minava alle fondamenta la possibilità per i comunisti di ri-
manere al governo in Italia. Illoltre, il pieno appoggio dei sovietici alle rivendicazioni
jugoslave in sede cii conferenza di pace, perfettamente in linea con il realismo stalinia-
no - secondo il quale non vi era ragione di favorire un Paese la cui appartenenza
(14) Cfr.: P. Nenni, Tempo di guerra fredda. Diari 1943-1956, Sugarco, Milano 1981.

