Page 68 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
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- STEFANO Il. GAl.LI
e scarsamente attendibili, poiché risalivano agli anni dell'amministrazione italiana,
come rilevò lo storico Ernesto Sestan al quale il Ministero degli Esteri commis-
sionò uno studio sugli equilibri etnici della frontiera orientale sul finire del 1944
per replicare alle rivendicazioni jugoslave e contenerne le ambizioni (11).
Nei fatti, la Venezia Giulia sin dai primi giorni del maggio del 1945 si trova-
va concretamente separata dal resto d'Italia poiché era stata occupata militarmen-
te dalle truppe dell'Annata Popolare Jugoslava, giunte prima dell'arrivo dei repar-
ti angloamericani. Tra il 1946 e il 1947 furono organizzate operazioni di vera e
propria "pulizia etnica" in Istria con il deliberato obiettivo di ridurre l'elemento
italiano nella prospettiva di un censimento ovvero di un plebiscito promosso dal-
la Conferenza della pace. "Era nostro compito indurre tutti gli italiani ad andar
via, con pressioni di ogni tipo", ha spiegato Milovan Gilas, un intellettuale serbo
che durante la guerra partigiana fu il braccio destro di Tito e successivamente di-
venne il suo più acerrimo nemico, in una intervista al settimanale Panorama nel
1991, raccontando di una sua visita in Istria insieme a Edward Kardelj, ministro
degli Esteri jugoslavo nel 1946, allo scopo di organizzare la propaganda anti-ita-
liana e, dunque, di dimostrare l'appartenenza alla Jugoslavia della regione istria-
na (12). Gli italiani della frontiera orientale, insomma, stavano subendo un'auten-
tica "epurazione", pagando per conto di tutti gli italiani una sorta di "cambiale"
della occupazione e poi della guerra fascista (13).
Alla Pace di Parigi, Edward Kardelj ribadì con forza le ragioni geopolitiche che
spiegavano le rivendicazioni jugoslave sulla Venezia Giulia, definendo i maggiori
comuni della regione come "isole straniere nel mare croato e sloveno". Alcide De
Gasperi - ministro degli Affari esteri di un Paese sconfitto - fu assai più moderato
nel suo intervento, sottolineando le difficoltà nell'individuazione di una precisa
(11) Cfr. E. Sestan, Venezia Giulia. Lineamenti di una storia etnica e culturale, a cura e
con Postfazione di Giulio Cervani, Del Bianco, Udine 1997.
(12) Cfr.: M. Gilas, Se la memoria non mi inganna ... Ricordi di un uomo scomodo
1943-1962, Il Mulino, Bologna 1987. L'intervista sul settimanale Panorama è apparsa il21
luglio 1991.
(13) Sulla primissima ondata di esuli istriani, che avvenne prima della firma del trattato di
Parigi e della sua applicazione, cfr.: G. Oliva, Profughi, cit., p. 142-162; A. Pctacco, I.:esodo, cit.,
p. 141-144; R. Pupo, Il lungo esodo, cit., p. 121-148; R. Spazzali, Epurazione di frontiera. Le
ambigue sanzioni contro il fascismo nella Venezia Giulia, 1945-48, Libreria Editrice Goriziana,
Gorizia 2000. Un «caso» assai emblematico è quello analizzato nelle suggestive pagine di Gloria
Nemec, Un paese perfetto. Storia e memoria di una comunità in esilio: Grisignana d'Istria 1930-
1960, Libreria Editrice Goriziana, Gorizia 1998, così come il bel romanzo di Marisa Madieri,
Verde acqua, Einaudi, Torino 1987.

