Page 73 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
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eEsoDo DEGLI ITALIANI DALLA FRONTIERA ORIENTALE
Contestualmente, occorre ricordare che le politiche di confisca dei beni, il coopera-
tivismo, la socializzazione forzata, contribuirono a indebolire la ricchezza di molti
esponenti del ceto medio. Non da meno era la condizione della classe operaia che
aveva presto perduto ogni speranza negli ideali del socialismo ostentati dal regime di
Tito e, di fronte alla grigia quotidianità, montesquieuianamente dominata da un
generalizzato sentimento di paura (24), furono in molti a scegliere la via dell'esilio.
I.:esodo non avvenne contemporaneamente all'indomani della diffusione degli
esiti della Conferenza della pace, ma ebbe un andamento differenziato in relazio-
ne alla zona geografica. Per quanto attiene all'!stria, per esempio, una particolare
menzione merita il caso di Pola (25), il cui esodo risultò concentrato in pochissimi
mesi tra il 1946 e il 1947, proprio in concomitanza con le deliberazioni parigine
relative al destino della città e dei suoi antichi abitatori d'origine italiana. La Con-
ferenza della Pace si occupò infatti del caso di Pola nell'estate del 1946 - quando
venne definito il confine italo-jugoslavo e istituita la costituzione del TLT - e poi
si concluse, come detto, nel febbraio 1947 e l'esodo avvenne sotto gli occhi delle
truppe alleate che controllavano la città. Prima del 1947 lasciarono Pola il 22,52
per cento degli esuli, tra il 1947 e il 1948 il 67,22 per cento (il 63,60 nel solo
1947), tra il 1949 e il 1956 il 10,26 per cento (26).
Complessivamente, per tutelare e per conservare la propria identità naziona-
le, suscitando una vastissima eco a livello internazionale, se ne andarono 28.085
abitanti di una città di 31.700 (circa il novanta per cento), la maggior parte dei
quali concentrati in pochissimi mesi. Mentre per la maggior parte degli altri casi si
trattò di un esodo individuale, che avvenne alla spicciolata, famiglia per famiglia,
(24) Un'approfondita analisi delle motivazioni degli esuli si trova in: R. Pupo, Il lungo eso-
do, cit., p. 198-204. Cfr. anche: M. Cecovini, Tesi a confronto sul confine orientale: le ragioni di
un esodo, ''Archeografo triestino", 4 ser., voI. 48 (1988), p. 39-82; G. Giuricin, Perché l'esodo,
Gruppo Lista Civica, Trieste 1988. Relativamente al diffuso sentimento di timore tra la popola-
zione italiana, che ne disgregava il tessuto sociale e si fondava Sll delazioni e sospetti, cfr.: G. Ne-
mec, Un lJaese perfetto, cit., p. 221-223; D. De Castro, Il problema di Trieste. Genesi e sviluppi
della questione giuliana in relazione agli avvenimenti internazionali (1943-1952), Cappelli, Bolo-
gna 1952; G. Giuricin, lstria, momenti dell'esodo, Reverdito, Trento 1985; G. Giuricin, I:lstria è
lontana. Un esodo senza storia, Edizioni Italo Svevo, 'Ii"icste 1993.
(25) Cfr.: E. Bartoli (a cura di), Pola 1947: i giomi dell'esodo, Budin, Gorizia 1971; M. Bo-
gneri, Cronache di Pola e dell'lstria: 1939-1947 nove {/Imi che hanno cambiato la storia, Unio-
ne degli istriani, lì"ieste 1988; S. Califfi, Pola clandestina e l'esodo, Edizioni l'Arena di Pola,
Monfalcone 1955; R. Cimmino, Quella terra è la mia terra, Il Prato, Padova 1998; L. Vivoda,
L'esodo da Pola: agonia e morte di una città italiana, Nuova Litoeffe, Castelvetro 1989.
(26) Ricavo questi dati dal volume: A. Cole Ila (a cura di), I:Esodo dalle terre adriatiche.
Rilevazioni statistiche, Opera profughi giuliani e dalmati, Roma 1958.

