Page 75 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
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l:ESODO DEGLI ITALIANI DALLA FRONTIERA ORIENTALE
ha spiegato per bene fino in fondo: i bambini non vanno spaventati con troppe de-
lucidazioni che li mettano a tu per tu con l'orrore del reale; [ ... ]. Mamma, papà,
perché? "Perché bisogna". E perché bisogna? "Perché bisogna andare, perché è pe-
ricoloso restare. Punto e basta". Si parte per sempre? "Sì, forse per sempre". E il
gatto nero che avevamo chiamato Tito, per addomesticare il Pericolo rappresenta-
to da un Maresciallo con troppe medaglie sulla divisa bianca, e per esorcizzare le
nostre paure? "Quello, purtroppo, resta, non possiamo portarlo con noi, perché
non sappiamo dove andare a stare, e se, e quando, riavremo una casa; [ ... ]" (29). E
ancora: «Si parte. I mobili se ne vanno per conto loro. Raccontami papà: " ... Fu un
inverno particolarmente rigido: neve, pioggia, fango per terra, gelo nelle ossa e
sulle cose. E, ad aspettare di essere caricati sui bragozzi, sulla riva, c'erano i mobi-
li: la povera roba di tutta quella povera gente che partiva, materassi che s( infradi-
ciavano, legno che ammuffiva e si sbriciolava in attesa degli imbarchi ... Qualcuno
li spediva con i treni sui vagoni merci. La gente si imbarcava sul Toscana, che fa-
ceva la spola tra Pola e Trieste ... " (30).
Nella zona settentrionale dell'Istria, l'esodo fu più tardivo poiché il territorio era
soggetto alla sovranità del TLT e la popolazione decise di attendere per capire come
si sarebbe risolta la questione, covando la speranza di restare per la cessione della zo-
na all'Italia. Progressivamente la situazione s'inasprì e nel 1954, dopo il Memoran-
dum d'Intesa, con l'estensione dell'amministrazione civile jugoslava all'intera Zona B
e a un piccolo pezzo di Zona A, sui monti di Muggia, anche il Capodistriano e il Buie-
se cominciarono a svuotarsi. Dalla Zona B se ne andarono oltre 24.000 persone
(24.198 per la precisione): 2.748 persone su 3.492 di Muggia e dintorni.
Riuscire, oggi, a quantificare il fenomeno degli esuli della frontiera orientale
è assai difficile, anzitutto perchè all'epoca non venne fatto nessun rilevamento uf-
ficiale e poi perché è difficile circoscrivere cronologicamente il momento dell'eso-
do che si protrasse sino alla seconda metà degli anni Cinquanta. Il Ministero degli
Esteri quantificò il numero degli esuli in circa 270.000, ma per assumere delle sti-
me più precise finanziò una ricerca dell'Opera per l'assistenza ai profughi giuliani
e dalmati che giunse alla cifra di 201.440 profughi; si tratta, tuttavia, di una cifra
che non tiene conto di quanti erano migrati senza ricorrere all'assistenza governa-
tiva e delle organizzazioni riconosciute e comunque l'indagine si svolse nel
biennio 1954-1955, tralasciando la "coda" dell'esodo (31). Oltretutto, molti esuli,
(29) A.M. Mori e N. Milani, Bora, cit., p. 139-140.
(30) lvi, p. 140-141.
(31) Lo stesso Amedeo Cole Ila, responsabile della ricerca dell'Opera per l'assistenza ai pro-
fughi giuliani e dalmati, ammise del resto che i 201.000 profughi quantificati corrispondevano
all'ottanta per cento del numero complessivo degli esuli.

