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neutralizzazione di questo contributo. Le acquisizioni territoriali nel Trentino furono
cancellate dai tempi e dai modi dell’armistizio e dalla necessità di supportare le ma-
novre dell’Esercito regolare; le truppe volontarie furono inoltre numericamente li-
mitate rispetto alla mobilitazione potenziale, ma pur sempre superiori alle intenzioni
originarie di re e governo.
Tra i 38.000 volontari del ’66 alcuni forse avevano accettato di combattere nono-
stante si trattasse di guerra regia, ma il loro numero testimoniava che vasti settori di
opinione pubblica erano disposti ad aderire ad un’iniziativa di matrice nazionale con-
certata tra il governo e il leader della democrazia. Del resto tra i volontari della terza
guerra d’indipendenza c’erano plausibilmente giovani cresciuti col mito di Garibaldi
come eroe vittorioso, nonostante i fatti di Aspromonte, che paradossalmente avevano
finito per consolidarne il monumento. Non è senza senso supporre che l’esperienza
frustrante del ’66 abbia contribuito a condurre alcuni di loro a Mentana, l’ultimo dei
capitoli degli incontri-scontri tra Esercito regolare e garibaldini nel decennio postu-
nitario.
4. Il 1867. Eserciti a sovranità limitata
Dalla primavera del 1866 all’autunno del ’67 non ci fu sostanzialmente soluzione
di continuità nella mobilitazione del Partito d’azione, che coinvolse a vario titolo
vasti settori garibaldini. Prima una sorta di campagna interventista ante litteram, tesa
a tradurre in scontro armato il conflitto latente con l’Austria e a mettere alla prova
la forza e la tenuta anche militare del giovane Regno d’Italia; poi l’impegno diretto
nella costituzione e nella conduzione del Corpo volontari italiani; quindi la partenza
di alcune centinaia di volontari – talvolta reduci dalla terza guerra d’indipendenza –
e dello stesso Ricciotti Garibaldi verso la Grecia, dopo lo scoppio dell’insurrezione
54
cretese ; infine, tra la primavera e l’autunno del ’67, una sequenza e un crescendo di
progetti preparatori e poi di iniziative armate verso Roma.
Nella spedizione fermata a Mentana molti fattori poterono concorrere a rendere
difficili il disciplinamento dei volontari e la loro migliore utilizzazione: elementi di
54 Cfr. Angelo Tamborra, Garibaldi e l’Europa. Impegno militare e prospettive politiche, Ufficio
Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito, Roma 1983, pp. 131-134; Antonio Bandini Buti,
Una epopea sconosciuta. È il contributo di fede e di sangue dato dai volontari italiani per la
causa degli altri popoli dal Trocadero e Missolungi alle Argonne e Bligny, Ceschina, Milano
1967, pp. 84-86; Gustavo Frigyesi, L’Italia nel 1867. Storia politica e militare, Tipografia di
F. Boncini, Firenze 1868, pp. 169-176; Leonidas F. Callivetrakis, Les garibaldiens à l’insur-
rection de 1866 en Crète (Le jeu des chiffres), in indipendenza e unità nazionale in italia ed
in Grecia, Atti del Convegno di studio, Atene, 2-7 ottobre 1985, Olschki, Firenze 1987, pp.
163-179.