Page 112 - Giuseppe Garibaldi. L'Uomo. Il Condottiero. Il Generale - Atti 10 ottobre 2007
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            neutralizzazione di questo contributo. Le acquisizioni territoriali nel Trentino furono
            cancellate dai tempi e dai modi dell’armistizio e dalla necessità di supportare le ma-
            novre dell’Esercito regolare; le truppe volontarie furono inoltre numericamente li-
            mitate rispetto alla mobilitazione potenziale, ma pur sempre superiori alle intenzioni
            originarie di re e governo.
               Tra i 38.000 volontari del ’66 alcuni forse avevano accettato di combattere nono-
            stante si trattasse di guerra regia, ma il loro numero testimoniava che vasti settori di
            opinione pubblica erano disposti ad aderire ad un’iniziativa di matrice nazionale con-
            certata tra il governo e il leader della democrazia. Del resto tra i volontari della terza
            guerra d’indipendenza c’erano plausibilmente giovani cresciuti col mito di Garibaldi
            come eroe vittorioso, nonostante i fatti di Aspromonte, che paradossalmente avevano
            finito per consolidarne il monumento. Non è senza senso supporre che l’esperienza
            frustrante del ’66 abbia contribuito a condurre alcuni di loro a Mentana, l’ultimo dei
            capitoli degli incontri-scontri tra Esercito regolare e garibaldini nel decennio postu-
            nitario.



            4. Il 1867. Eserciti a sovranità limitata
               Dalla primavera del 1866 all’autunno del ’67 non ci fu sostanzialmente soluzione
            di continuità nella mobilitazione del Partito d’azione, che coinvolse a vario titolo
            vasti settori garibaldini. Prima una sorta di campagna interventista ante litteram, tesa
            a tradurre in scontro armato il conflitto latente con l’Austria e a mettere alla prova
            la forza e la tenuta anche militare del giovane Regno d’Italia; poi l’impegno diretto
            nella costituzione e nella conduzione del Corpo volontari italiani; quindi la partenza
            di alcune centinaia di volontari – talvolta reduci dalla terza guerra d’indipendenza –
            e dello stesso Ricciotti Garibaldi verso la Grecia, dopo lo scoppio dell’insurrezione
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            cretese ; infine, tra la primavera e l’autunno del ’67, una sequenza e un crescendo di
            progetti preparatori e poi di iniziative armate verso Roma.
               Nella spedizione fermata a Mentana molti fattori poterono concorrere a rendere
            difficili il disciplinamento dei volontari e la loro migliore utilizzazione: elementi di


            54   Cfr. Angelo Tamborra, Garibaldi e l’Europa. Impegno militare e prospettive politiche, Ufficio
               Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito, Roma 1983, pp. 131-134; Antonio Bandini Buti,
               Una epopea sconosciuta. È il contributo di fede e di sangue dato dai volontari italiani per la
               causa degli altri popoli dal Trocadero e Missolungi alle Argonne e Bligny, Ceschina, Milano
               1967, pp. 84-86;  Gustavo Frigyesi, L’Italia nel 1867. Storia politica e militare, Tipografia di
               F. Boncini, Firenze 1868, pp. 169-176; Leonidas F. Callivetrakis, Les garibaldiens à l’insur-
               rection de 1866 en Crète (Le jeu des chiffres), in indipendenza e unità nazionale in italia ed
               in Grecia, Atti del Convegno di studio, Atene, 2-7 ottobre 1985, Olschki, Firenze 1987, pp.
               163-179.
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