Page 171 - Giuseppe Garibaldi. L'Uomo. Il Condottiero. Il Generale - Atti 10 ottobre 2007
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            Giuseppe Garibaldi. l ’ uom o, il condottiero, il Generale

            parte delle truppe piemontesi, soprattutto dopo che Napoleone III lasciò tacitamente
            intendere che non avrebbe reagito. L’Inghilterra fu l’unica potenza a non richiamare
            da Torino il suo rappresentante diplomatico, quando gli altri Stati presero tale misura
            per protestare contro l’invasione, ed il console a Roma Charles Newton assunse la
            protezione dei sudditi sardi negli Stati Pontifici. Il ministro italiano a Londra Ema-
            nuele d’Azeglio informò Cavour che «Lord Palmerston ha dato il suo completo as-
            senso alla linea politica molto ardita che avete adottato riguardo allo Stato pontificio.
                                                                           18
            Un attacco su Roma e Venezia gli sembrerebbe al momento una pazzia» .
               Gli inglesi si rendevano conto che l’Europa non avrebbe tollerato la distruzio-
            ne completa del Potere Temporale e pressioni furono quindi esercitate su Garibaldi
            per dissuaderlo, nell’interesse dello stesso movimento nazionale, dal marciare fino a
            Roma. Il 10 settembre a bordo dell’Hannibal, vascello della royal navy, si svolse
            un colloquio tra il ministro britannico a Napoli Sir Henry Elliot, il Contrammira-
            glio Sir Rodney Mundy e Garibaldi. I due inglesi gli ricordarono il fallimento della
            repubblica romana nel 1849, lo ammonirono che il favore dell’opinione pubblica
            britannica sarebbe svanito se, per andare a Roma e a Venezia, egli avesse provocato
            lo scoppio di una guerra europea, gli ricordarono che la Francia, in caso di un attacco
            sulla capitale degli Stati Pontifici, sarebbe certamente intervenuta. Ma Garibaldi non
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            volle impegnarsi a non attaccare la sede del papato . Su richiesta di Cavour, il 17 set-
            tembre Lord Shaftesbury scrisse a Garibaldi congratulandosi per i suoi successi ma
            «implorandolo di considerare molto ponderatamente il proposito di andare a Roma e
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            a Venezia», per non comprometterli .
            Aspromonte
               Il personaggio Garibaldi era ammirato, ma politicamente gli inglesi sostenevano
            i governi della Destra Storica, erede di Cavour, e quindi disapprovarono le temerarie
            imprese garibaldine del 1862 e del 1867. Quando nel 1862 si concretizzò la spedi-
            zione di Garibaldi, la Gran Bretagna assunse verso di essa un atteggiamento di ferma
            condanna. Il 4 agosto il primo ministro Lord Palmerston espresse la sua approvazione
            per il proclama del Re contro Garibaldi, che definì «un pazzo che commetteva cattive






            18   In Cavour e l’Inghilterra: carteggi con E. d’Azeglio, a cura della Reale Commissione Editri-
               ce, Zanichelli, Bologna 1933, vol. II (II), p. 118.
            19   Cfr. Elliot a Lord John Russell, 10-9-60, in House of Commons Accounts and Papers, 1860,
               vol. LXVII, VI, n. 84.
            20   British Museum, Londra, Add. mss., 37772 P, f. 86.
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