Page 43 - Giuseppe Garibaldi. L'Uomo. Il Condottiero. Il Generale - Atti 10 ottobre 2007
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            Giuseppe Garibaldi. l ’ uom o, il condottiero, il Generale

            loro ad alta voce, ed esortandoli a star quieti, se non volevamo arrecar danno ad essi
            ed a lui medesimo.
               La cosa si passò fortunatamente senza che siasi commesso il benché menomo
            eccesso e proseguii il mio viaggio fino al palazzo ducale, nella medesima tranquillità,
            e sempre accertato dallo stesso Garibaldi che, ove occorresse, anche negli altri paesi
            si sarebbe adoperato, onde nulla ci accadesse che potesse distoglierci dall’eseguire i
            nostro dovere.
               Io non potevo rimaner più soddisfatto della condotta tenuta dal Garibaldi lungo la
            strada, non che dal suo compagno, e siccome anche in Chiavari appagò al di là d’ogni
            desiderio le brame delle autorità tutte, prego V. S. Ill.ma a voler far ciò conoscere al
            regio commissario, ed al ministero per quei maggiori riguardi che credessero usargli
            per compensarlo.
               Superiore ad ogni elogio è il modo con cui si condusse in tal circostanza il signor
            intendente conte Cossilla ed il march. Ollandini, per cui mercé il loro concorso, rese-
            ro meno ardua l’affidatami missione.
               In quanto a me sono abbastanza soddisfatto d’essermi disimpegnato in modo da
            poter compiere affatto gli ordini ministeriali, conducendo in questa città in stato d’ar-
            resto il Garibaldi col suo compagno, mediante anche l’efficace concorso del già men-
            tovato brigadiere Saviotti.
                                                                                 Basso


               Garibaldi, una volta giunto nel palazzo ducale per essere custodito, si affrettò a
            raccomandare “l’unione e l’accordo, onde il Piemonte si fortifichi, si rialzi nell’opi-
            nione, e divenga il baluardo della libertà e dell’indipendenza”.
               Così, Garibaldi risponde a quanti vollero il suo arresto e l’esilio: ribadendo il pro-
            gramma dell’indipendenza italiana con la guida del Piemonte.
               Sulla San Michele, gli viene assegnato il preannunciato sussidio (!) di 300 lire
            mensili; gli vengono versate anticipatamente 1.200 lire e, una tantum, 2.000 lire per
            sua madre.



                     Appunti dalle «carte» dei Carabinieri legate ad eventi Garibaldini
                                   (Gen. C.A. CC Francesco Pontani)


               Su questa vicenda l’Eroe scrive nelle Sue «Memorie» (pag. 322)  «Ma il Generale
            La Marmora, allora commissario regio a Genova, sapendo del mio arrivo, ordinò
            fossi trasferito in quella capitale scortato da un Capitano dei Carabinieri travestito
            (sic). Io non trovai affatto strano il provvedimento del generale La Marmora. Egli
            era istromento della politica prevalente allora nel nostro Paese ed istromento intimo,
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