Page 47 - Giuseppe Garibaldi. L'Uomo. Il Condottiero. Il Generale - Atti 10 ottobre 2007
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Giuseppe Garibaldi. l ’ uom o, il condottiero, il Generale
lità è con Garibaldi, che è sempre fiducioso, malgrado Rattazzi invii truppe alla fron-
tiera e proceda ad arresti. Il 23 settembre parte con Basso per Orvieto. Folle plaudenti
in ogni stazione. Il governo agisce. Il 24 a Sinalunga i Carabinieri e una compagnia
di fanteria circondano la casa dove Garibaldi riposa. Il tenente dei Carabinieri Pizzuti
si presenta con il mandato di arresto.
Ecco la documentazione dell’Arma, del Gen. C.A. Pontani.
Il mattino del 22 settembre 1867 Garibaldi lascia Firenze per Arezzo.
“Il giorno 22 corrente – si legge in un rapporto dei Carabinieri di due giorni dopo
– alle ore 3 e minuti 20 pomeridiane col treno proveniente da Firenze giunse in Arez-
zo Giuseppe Garibaldi, accompagnato dal noto Dolfi di Firenze, dalla signora Mario
e da certo Macchi. Erano a riceverlo alla stazione buon numero di garibaldini, la
Società operaia e il sindaco della città. Fu accolto con entusiasmo e grida di ‘Viva
Garibaldi!’ ‘Viva Roma!’ ed accompagnato da gran folla di popolo sino alla casa del
sindaco, dove prese alloggio. Messosi al balcone ringraziò per la festevole accoglien-
za, parlò della necessità agli italiani di possedere Roma, facendo appello ai più arditi
onde l’aiutassero in codesto scopo.
Nella notte precedente all’arrivo di Garibaldi il sig. Prefetto, reduce da Firen-
ze, ove era stato chiamato ed ebbe energiche e precise istruzioni dal sig. Ministro
dell’interno, richiese al sig. capitano di riunire in città nella notte medesima quanti
carabinieri fosse stato possibile dalle stazioni dipendenti. Il capitano avvisò per ordi-
nanza espressa i componenti le stazioni di Sabbiano, Badia al Pino, Palazzo del Pero
e Castiglione Fiorentino, che nella notte stessa giunsero in Arezzo, lasciando nelle
rispettive residenze un solo carabiniere di piantone. Codesti militari, uniti a quelli di
Arezzo, sono tenuti in caserma a disposizione del sig. Prefetto, meno qualcuno che fa
servizio di piantone in residenza.
Ieri verso le 2 pomeridiane il generale Garibaldi partiva in vettura diretto a Si-
nalunga (Siena). La determinazione di partenza fu subitanea, i bagagli del Generale
furono diretti a Perugia. Io credo ch’ei giungerà ai 24 o 25”.
La presenza di Garibaldi a Sinalunga, di dove in poche ore avrebbe potuto rag-
giungere lo Stato pontificio, metteva il Governo nella necessità di un pronto inter-
vento. Fin dal mattino del 23 il prefetto di Perugia aveva predisposto quanto era
necessario per impedire al Generale ogni possibilità di sconfinamento, da qualsiasi
parte egli avesse cercato di raggiungere i territori del Papa, e nelle tarde ore di quello
stesso giorno ne ordinava l’arresto.
Il delicato incarico fu affidato al tenente dei Carabinieri Pizzuti, comandante della
luogotenenza di Orvieto, che ebbe a sua disposizione una compagnia di fanteria e un
treno speciale.
Ecco i particolari dell’arresto nella relazione spedita dal tenente Pizzuti, il 25
settembre, da Alessandria: