Page 73 - Giuseppe Garibaldi. L'Uomo. Il Condottiero. Il Generale - Atti 10 ottobre 2007
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            Giuseppe Garibaldi. l ’ uom o, il condottiero, il Generale

            Garibaldi e i Cacciatori delle Alpi
            nella guerra del 1859


            Prof.ssa Anna Maria Isastia
            Università di Roma “La Sapienza”


                  a seconda guerra d’indipendenza fu resa possibile dalla confluenza tra le posi-
                  zioni del governo piemontese e l’indirizzo politico seguito da un significativo
            Lnucleo di democratici italiani, molti dei quali esuli, disposti ad appoggiare il
            re di Sardegna Vittorio Emanuele II.
               Questa importante fase della storia italiana prese le mosse a metà febbraio 1856,
            quando Daniele Manin, il patriota veneziano di sentimenti democratici, eroe della
            difesa di Venezia nella prima guerra d’indipendenza, in esilio a Parigi, propose la co-
            stituzione del Partito Nazionale Italiano, basato sull’accettazione della monarchia, da
            parte di democratici, fino a quel momento di sentimenti repubblicani, se casa Savoia
            si fosse impegnata a “fare l’Italia”.
               Si trattava di creare un’opinione pubblica nazionale e di indirizzarla verso il Pie-
            monte con una accurata e capillare propaganda politica.
               Il soggiorno di Cavour a Parigi, negli stessi mesi, per prendere parte alla conferen-
            za di pace che concluse la guerra di Crimea, gli consentì di incontrare privatamente
            Manin e Giorgio Pallavicino e stringere con loro i primi accordi.
               A quella stessa data risalgono anche i primi progetti di un utilizzo di volonta-
            ri «nell’ipotesi di una guerra coll’Austria» . Si trattava dei volontari della Legione
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            Anglo-Italiana che si era costituita nel corso del 1855 in Piemonte, tra problemi di
            ogni tipo. Buona parte dei legionari erano piemontesi, ma parecchi venivano dalla
            Toscana, dal Ducato di Parma, dal Lombardo-Veneto, dallo Stato Pontificio e dal
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            Regno di Napoli .
               Questi uomini davano garanzia di disciplina e capacità, non ponevano problemi
            di comando militare in quanto dipendevano dal governo sardo e non rischiavano
            di suscitare la suscettibilità dell’ufficialità piemontese perché costituivano un corpo
            separato.
               C’era anche un altro aspetto che veniva messo in evidenza, ed era un aspetto
            politico, che ritroveremo anche nel 1859. «Siffatto esercito, composto di volontari


            1  Memorie di Giorgio Pallavicino pubblicate per cura della figlia, vol. III (1852-1860), Torino,
               1895, p. 217. Il nobile lombardo Giorgio Pallavicino Trivulzio era stato uno dei condannati
               dei processi politici austriaci degli anni Venti e fu poi tra i più convinti fautori del progetto
               unitario.
            2  C.C. Bayley, Mercenaries for the Crimea, Montreal – London, 1977, pp. 94-112 e 138-140.
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