Page 76 - Giuseppe Garibaldi. L'Uomo. Il Condottiero. Il Generale - Atti 10 ottobre 2007
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            italiani e ha lasciato un segno anche nei decenni successivi .
               Nell’autunno del 1858 comincia anche a prendere corpo un primo approccio al
            tema del volontariato in tempo di guerra che vedremo poi svilupparsi nei mesi suc-
            cessivi.
               Nel frattempo, le notizie che arrivano dal Lombardo Veneto fanno ipotizzare la
            possibilità di un nuovo e più concreto pretesto di guerra. L’imperatore fa modificare
            la legge sul reclutamento, facendo temere ai sudditi italiani un significativo aumento
            del numero dei coscritti. Un esercito prevalentemente di mestiere si sarebbe dovuto
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            trasformare in un esercito basato sulla coscrizione obbligatoria . L’applicazione della
            nuova normativa fu di fatto rimandata di parecchi anni, ma il solo effetto annuncio
            provocò una profonda irritazione che indusse a far circolare la voce che i giovani
            lombardi renitenti alla leva sarebbero stati accolti senza problemi in Piemonte.
               Cavour valutava in 500/600 i giovani che sarebbero espatriati, un numero più
            che sufficiente per spingere l’Austria a chiederne l’estradizione che sarebbe stata
            rifiutata, provocando così l’auspicata rottura che avrebbe legittimato agli occhi delle
            cancellerie europee una guerra non voluta.
               A dicembre Garibaldi torna a Torino, di nuovo convocato da Cavour.
               Alla fine dell’estate, il capo del governo piemontese aveva chiesto consiglio a Ga-
            ribaldi sul modo migliore di preparare un movimento popolare che fosse in grado di
            dare il via alla guerra e alla conquista del centro Italia, prima che Napoleone potesse
            avanzare pretese su quei territori. Adesso, nell’ambito di quella prospettiva, gli chie-
            deva collaborazione per allargare le fila dell’esercito attraverso una legge che avreb-
            be riorganizzato la guardia nazionale. Se era importante trovare il casus belli non lo
            era meno riuscire a mettere in linea quei centomila uomini richiesti da Napoleone III.
               Non mi soffermo sui progetti discussi, perché rimasero tutti sulla carta. Si pen-
            sava infatti ad un arruolamento di volontari tra i sudditi sardi. In questa prospettiva
            Cavour deve aver valutato l’impatto positivo sugli ambienti democratici genovesi
            dell’incarico dato a Garibaldi di organizzare compagnie di bersaglieri sui ruoli della
            guardia nazionale.
               A tale scopo Cavour il 13 gennaio 1859 presentò alla Camera un provvedimento







            7  Eva Cecchinato – Mario Isnenghi, la nazione volontaria, Storia d’Italia, Annali 22, il risor-
               gimento, a cura di Alberto Maria Banti e Paul Ginsborg, Torino, Einaudi, 2007, pp. 697-720.
            8  “Rivista militare”, a. III (1859), vol. III, febbraio 1859, pp. 324-330; a. IV, (1859), vol. I,
               luglio-settembre 1859, pp. 167-176. Patente sovrana del 29 settembre 1858 obbligatoria per
               tutto l’impero, contenente una nuova legge sul completamento dell’armata e la si pone in
               attività col 1 novembre 1858, Milano, 1858.
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