Page 112 - Il Risorgimento e l'Europa - Attori e protagonisti dell’Unità d’Italia nel 150° anniversario - Atti 9-10 novembre 2010
P. 112

112           Il RIsoRgImento e l’euRopa. attoRI e pRotagonIstI dell’unItà d’ItalIa.


            scrisse una Histoire de Jules César pubblicata nel 1865, provocò un senti-
            mento di pietà davanti agli Italiani, popolo decaduto dalla sua antica grandez-
            za  ed oppresso dagli  Austriaci.  Sembra  che  sia entrato  in rapporti  coi
            Carbonari a partire dal 1821, data della prima sollevazione ; e lo si crede per
            una lettera che indirizzò al generale Sercognani nel 1831 nella quale dichiara
            che: «ha la mente alla causa sacra dell’indipendenza italiana da dieci anni».
            Gli storici francesi sono divisi sulla questione della sua eventuale appartenen-
            za alla setta, ma quel che importa è il fatto che  lui sia stato fra gli avversari
            più risoluti  della  dominazione  austriaca;  questo impegno  avrebbe  lasciato
            delle tracce sulle sue decisioni future. Sia come sia, il giovane si unì al movi-
            mento insurrezionale del colonnello Armandi, insieme a suo fratello maggio-
            re Napoleone-Luigi, di cui Armandi era stato precettore. Si sa cosa avvenne
            di questo tentativo infruttuoso : i due fratelli parteciparono fisicamente alla
            prima fase vittoriosa dell’insurrezione  ma, dopo il loro licenziamento dietro
            ordine d’Armandi, dovettero ritirarsi a Forli prima di rientrare in Svizzera ;
            Napoleone Luigi morì poco dopo. Questa epopea lasciò nello spirito del gio-
            vane principe il gusto della cospirazione.
               Napoleone  III, allevato  ed avendo  trascorso la sua giovinezza  in un
            ambiente femminile, gode d’una reputazione  d’uomo idealista, in contrasto
            al cinismo di Bismarck, e d’ingenuo. Questa ingenuità è probabilmente la
            conseguenza di quella vita d’esiliato che Alexandre Dumas descrisse in una
            lettera indirizzata alla regina Ortensia come: «un’atmosfera snervante e fuor-
            viante che gli esiliati portano con sé». Di natura pesante e lenta, poco sensi-
            bile alle suggestioni che gli potevano essere instillate, esitante e fatalista, il
            futuro imperatore  ha molte idee, il che farà dire di lui da Palmerston: «La
            testa dell’imperatore Napoleone III somiglia a una conigliera: le idee vi si
            riproducono come conigli». Malgrado questi difetti, possiede una qualità
            essenziale: è perseverante e spinge tale perseveranza fino all’intestardimento:
            sua madre non lo chiamava forse «mio dolce testardo», espressione che rias-
            sume assai la personalità dell’uomo?  È probabilmente questa testardaggine
            che lo guiderà nella sua politica verso l’Italia.
               Si è spesso rimproverata all’imperatore la sua improvvisazione in politica
            estera. D’altra parte non si conosce molto bene il suo vero programma, a
            causa dell’assenza d’archivi e per il fatto che la diplomazia francese dell’epo-
            ca  seguiva una doppia strada:  una politica  estera  «classica» elaborata  dal
            Ministero degli Affari esteri ed una politica estera segreta, fatta tramite emis-
            sari di fiducia. L’incontro di Plombières con Cavour ne è un esempio perfet-
            to.
               Per quel che riguarda la sua politica italiana, in ogni caso, era matura da
   107   108   109   110   111   112   113   114   115   116   117