Page 98 - Atti 2012 - L'Italia 1945-1955. La Ricostruzione del Paese e le Forze Armate
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             ciata dal programma mDAP era una strada obbligata alla luce delle risorse dispo-
             nibili e lo sarebbe stata per almeno un decennio. L’Aeronautica militare si sforzò
             però di evitare che il gap tecnologico si approfondisse ulteriormente e puntò a
             mantenere comunque una qualche capacità nazionale affidando attività di revisio-
             ne e manutenzione di alto livello alle aziende ancora operanti nel settore, valoriz-
             zando in questa ottica la produzione su licenza di modelli stranieri ed incoraggian-
             do per quanto possibile eventuali iniziative autonome, soprattutto in relazione alle
             macchine da addestramento o destinate a compiti di supporto. Questi tentativi, se
             da un lato crearono le premesse per programmi di successo che sarebbero venuti
             a maturazione nella seconda metà degli anni ’50, dall’altro portarono l’industria
             ad essere sempre più dipendente dalle decisioni della Forza Armata, che ne rap-
             presentava il principale se non l’unico cliente, e ne consolidarono la tendenza a
             preferire le rassicuranti certezze derivanti da posizioni di mercato consolidate ai
             rischi impliciti nello sviluppo di nuove tecnologie.
                Il 3 marzo 1948, allo scopo di disporre di un ente tecnico in grado di seguire
             le attività di sviluppo avviate, sia pure con mezzi ridotti, dall’industria nazio-
             nale, controllare l’idoneità all’impiego e la rispondenza alle norme contrattuali
             dei materiali in acquisizione, curare direttamente lo studio e la realizzazione di
             allestimenti di particolare interesse per l’Aeronautica Militare, era stato costituito
             sull’aeroporto di Guidonia, già sede della Direzione Superiore Studi ed Esperien-
             ze, il Nucleo Sperimentale Volo, posto alle dirette dipendenze dello Stato Mag-
             giore Aeronautica. A Guidonia era quindi inevitabile che fosse presente almeno un
             esemplare di tutte le macchine in dotazione ai reparti di volo o comunque oggetto
             di programmi di acquisizione, e con queste premesse la sua linea di volo veniva
             ad essere quanto mai eterogenea. Alla data del 31 marzo 1949 accanto a macchine
             già appartenenti alla Regia Aeronautica, quali i trimotori S.79 e S.82 della SIAI
             Marchetti e G.12 della FIAT, erano presenti negli hangar e sui piazzali velivoli da
             caccia P-38 e P-51 di fornitura statunitense e velivoli da addestramento e da tra-
             sporto G.46, G.59 e G.212 realizzati nel dopoguerra dalla casa torinese. Nel clima
             della ricostruzione la FIAT Aviazione, pur obbligata a una diversificazione della
             produzione resa necessaria dal venir meno delle commesse militari, aveva infatti
             tentato di mantenere una capacità produttiva basata su progetti propri che aveva
             potuto concretizzarsi quando il trattato di pace aveva allentato i vincoli armistizia-
             li. Il 19 gennaio 1947 volò il trimotore da trasporto G.212, una rielaborazione del
             G.12 concepita dall’ingegner Celestino Gabrielli già nel 1943 sostituendo i motori
             FIAT A.74 RC42 da 770 cv con i più potenti Alfa Romeo 128 da 860 cv e portando
             la capacità di carico da 14 a 30 passeggeri, mentre sono del 1948 i monomotori da
             addestramento G.59 e G.46. Il prototipo del G.212 fu acquisito dall’Aeronautica
             militare insieme a sei macchine della successiva versione CP che montava mo-
             tori Pratt&Whitney R-1830 Twin Wasp da 1.065 cv, mentre un’altra dozzina di
             esemplari venne acquistata da compagnie aeree civili, nove dalla ALI, di proprietà
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