Page 69 - Le Operazioni Interforze e Multinazionali nella Storia Militare - ACTA Tomo I
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          legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, Codice dei beni culturali (CBC) attualmente in vigore.
             Attualmente, quindi, l’Archivio dell’Ufficio Storico dello SME, secondo i termini di leg-
          ge vigenti, insieme agli archivi degli altri uffici storici  è annoverato tra gli “archivi storici”
          di dicasteri che non versano i propri documenti all’Archivio Centrale dello Stato, come l’Ar-
          chivio storico-diplomatico del Ministero degli Affari Esteri, gli archivi della Camera e del
          Senato, gli archivi della Presidenza della Repubblica e gli archivi della Corte costituzionale.

          Consultazione al pubblico
             La documentazione conservata nell’Archivio dell’Ufficio Storico, come tutti gli ar-
          chivi storici pubblici italiani, é consultabile, secondo la normativa vigente (art. 122 del
          CBC). Già dal 1990, con il Decreto del ministro della difesa del 1° giugno, veniva rego-
          lamentato il servizio di consultazione, applicando la precedente legislazione archivistica
          (dpr 1409/1963) equiparando, di fatto, l’organizzazione archivistica militare all’organiz-
          zazione archivistica nazionale. Nel 2004, poco dopo l’emanazione del CBC, l’Ufficio
          Storico ha disposto il regolamento di attuazione dello stesso, pubblicando le norme per
          l’accesso e la consultazione degli utenti dell’Archivio storico (disponibile ora sul sito web
          di FA). La sala studio accoglie giornalmente, tramite prenotazione telefonica, dalle 8.30
          alle 13.30, per 7 studiosi al giorno, che hanno la facoltà di chiedere tre buste (unità di base
          di conservazione archivistica, costituita da circa 800 documenti e più fascicoli ) più 4-5
          collaboratori esterni (ricercatori incaricati di redigere studi di storia militare e archivisti
          riordinatori di fondi liberi professionisti). Il personale assegnato alla sala studio svolge
          quindi tre funzioni fondamentali: vigilanza, indirizzo generale e la consulenza archivistica
          e storico istituzionale al pubblico, movimentazione (presa e riposizionamento del materia-
          le) del materiale archivistico.

          Riordino dei fondi archivistici e Bollettino
             La documentazione storica, dopo l’operazione di selezione (scarto), versata per la con-
          servazione permanente, per essere correttamente conservata e consultata (conservazione e
          valorizzazione sono le due principali finalità degli archivi pubblici) deve essere ordinata
          secondo il metodo storico, principio fondamentale della moderna scienza archivistica.  Il
          complesso documentario deve cioè essere riordinato ricostruendo la situazione originale,
          in quanto l’archivio di un ente rispecchia l’attività istituzionale dell’ente stesso, è la sua
          memoria storica.
             Gli ufficiali che avevano prestato servizio nell’Archivio dell’Ufficio Storico dall’U-
          nità fino al secondo dopoguerra avevano svolto, fin dove era stato possibile, un egregio
          lavoro di sistemazione di fondi, seguito in alcuni caso da un lavoro di rilegatura delle
          carte sciolte. Dal primo al secondo dopoguerra, in concomitanza con gli straordinari flussi
          documentari, originati dalle due guerre mondiale, la documentazione ha avuto una si-
          stemazione non sempre accurata. In sostanza sembra che quasi tutta la documentazione,
          dopo il versamento, sia stata “sistemata”, tenendo in poco o nessun  conto degli archivi di
          provenienza e in generale del metodo storico. Le carte sono state accorpata, per pertinen-
          za, secondo le campagne di guerra o, più genericamente, secondo i principali periodi della
          storia militare italiana contemporanea: il risorgimento compreso il brigantaggio, le con-
          quiste coloniali del periodo liberale (Eritrea, Somalia, Libia), la prima guerra mondiale,
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