Page 83 - Le Operazioni Interforze e Multinazionali nella Storia Militare - ACTA Tomo I
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          Generale dell’Arma dei Carabinieri in considerazione che, tradizionalmente, tale pre-
          stigioso incarico ha sempre avuto la funzione di custode della storia e delle tradizioni
          dell’Arma. Il Museo, istituito ed eretto in ente morale con regio decreto del 3 dicembre
          1925, dal 1939 ha occupato ininterrottamente lo stabile in piazza Risorgimento a Roma.
          Nel 1998, a seguito della riorganizzazione degli enti morali dipendenti dal Ministero
          della Difesa, l’ente è stato soppresso e al suo posto è stato costituito un reparto organico
          che ha mantenuto sin da allora la medesima dipendenza gerarchica. Nel corso degli ulti-
          mi anni, il percorso museale ha subito un riallestimento, per consentire un’apertura par-
          ziale delle sale in attesa del completamento previsto entro il 2014, anno di celebrazione
          del bicentenario di fondazione dell’Arma dei Carabinieri. In tale rivisitazione, è stata
          condotta anche una più recente ricognizione sul patrimonio documentario individuando
          anche una parte piccola della documentazione da esporre nel museo.
             In linea con la funzione espositiva, presso il Museo Storico vi sono custoditi nume-
          rosi cimeli, oggetti e opere che rappresentano diverse vicende e personaggi che hanno
          reso l’Istituzione uno dei punti di riferimento in Italia e all’estero. A titolo di esempio, si
          possono ricordare la prima bandiera dell’Arma concessa nel 1894, le regie patenti del 13
          luglio 1814 istitutive del Corpo dei Carabinieri Reali, uniformi ed armi di varie epoche, i
          calchi del monumento nazionale al Carabiniere in Torino che lo scultore Edoardo Rubi-
          no decise di donare all’Arma e, infine, documenti oltre che cimeli sugli eroi dell’Arma,
          sui principali fatti d’arme e le attività istituzionali. Come già ricordato, tuttavia, per
          quanto riguarda l’area archivistica, si deve sottolineare che la documentazione raccolta
          dal Museo nel corso della sua esistenza non è stata collocata e inventariata secondo i
          canoni archivistici ma si è proceduto ad una organizzazione di tipo cronologico dalla
          documentazione più vecchia, o comunque riferibile al periodo più antico, sino a quella
          più recente. Quanto presente nell’archivio inoltre ha una provenienza diversa attraverso
          piccoli versamenti di Comandi dell’Arma o donazioni da parte di studiosi di storia dei
          Carabinieri, militari in servizio, in quiescenza o loro familiari. Anche per quanto riguar-
          da le tipologie documentarie si può fare qualche distinzione, ricordando, ad esempio:
          fascicoli, registri, volumi, opuscoli ed anche letteratura grigia. Ulteriori versamenti de-
          gli ultimi 20 anni hanno alterato in minima parte tale struttura organizzativa tanto che,
          in definitiva, si può considerare l’archivio storico del Museo come una sorta di grande
          miscellanea.


          Cenni storici dell’Ufficio Storico
             Per quanto riguarda l’Ufficio Storico, la nascita deve essere fatta risalire ad un primo
          embrione istituito nel 1965 quale sezione Storica all’interno dell’Ufficio Operazioni del
          Comando Generale dell’Arma, con il compito di “raccogliere ed elaborare i dati più
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          significativi attinenti alle varie attività dell’Arma” . Tale decisione fu assunta a seguito
          di una assunzione di responsabilità principalmente di ordine morale, poiché proprio nel

          2    Per alcuni approfondimenti si rimanda a F. Carbone, L’Archivio dell’Ufficio Storico dell’Arma dei Carabinieri:
             l’azione dell’Arma in materia di versamenti archivistici dal 1969 ad oggi, in Fabrizio Rizzi, Flavio Carbone,
             Alessandro Gionfrida (a cura di) “Archivistica Militare – Temi e problemi”, Roma, Commissione Italiana di
             Storia Militare, 2012, pp. 183-214.
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