Page 84 - Le Operazioni Interforze e Multinazionali nella Storia Militare - ACTA Tomo I
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           1965, nel valutare la costituzione di tale piccolo nucleo, era evidenziato che “l’Arma
           non cura la raccolta ordinata e sistematica degli atti più significativi della propria attivi-
           tà, sia ordinativa interna che d’istituto, talché materiale di grande pregio, idoneo a docu-
           mentare il travaglio di una costante evoluzione intimamente aderente al divenire storico
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           del Paese, va disperso senza profitto alcuno” , anche considerando che “la larga messe di
           notizie, invece, che potrebbe essere desunta da una cronografia dell’Arma, anche all’in-
           fuori dell’interesse proprio dell’Istituzione di conservare una rigorosa memoria della
           propria vita ed attività, potrebbe rappresentare, di per se stessa, un documento valido di
           altissimo interesse storico”.
              È interessante sottolineare, in tale sede, che nel primissimo periodo di vita dell’Uf-
           ficio, fu scelto di inserirlo nell’ambito dell’Ufficio Operazioni, da sempre l’organismo
           che segue le vicende operative dell’Arma dei Carabinieri. Da ciò discende che, almeno
           inizialmente, il progetto prevedeva la stretta messa in relazione tra la raccolta della do-
           cumentazione storica sui Carabinieri e i risvolti di carattere più squisitamente operativo.
           Da ciò ebbe luogo la costituzione dell’Ufficio che portò avanti numerose iniziative a
           lungo, almeno sino al 1980 quando, nel contesto di una revisione degli organici inter-
           na al Comando Generale, fu determinata la sua riduzione a sezione documentale posta
           nell’ambito dell’Ufficio Pubbliche Relazione (che assunse quindi la denominazione di
           Ufficio Pubbliche Relazioni e Documentazione). Tale stato di cose ebbe evidenti rica-
           dute generali sulla vita stessa del settore che si occupa di conservazione permanente
           della documentazione storica e anche ricadute sulle attività di tutela e conservazione
           della documentazione prodotta dai Comandi dell’Arma che, in tale fase storica, non fu
           particolarmente ricca. In realtà e quasi in un bilanciamento di attività, si deve registrare
           una progressiva maggiore apertura verso l’esterno, che nella prima fase di vita era stata
           limitatissima in considerazione del fatto che l’interlocutore principale era il Comando
           Generale e i vertici dell’Istituzione e l’Ufficio stesso nella costruzione della sua identità.
           In effetti, con l’avvio dell’Ufficio e il consolidamento all’interno del Comando Gene-
           rale si era reso necessario soddisfare le richieste della scala gerarchica e dei Comandi
           dell’Arma interessati alla valorizzazione di figure di militari e di vicende istituzionali.
           Si tenga conto, come si dirà a breve, che anche la riduzione dell’ufficio ne sottolinea
           forzatamente il ruolo di centro di documentazione piuttosto che di archivio storico vero
           e proprio.
              Nel 1987, nell’ambito di un nuovo processo di revisione, si ritenne necessario ricosti-
           tuire l’Ufficio Storico che, dopo vari cambi di dipendenza gerarchica, nel 2001 fu posto
           alle dipendenze del Vice Comandante Generale dell’Arma .
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              Sotto un profilo “operativo”, si può segnalare che sino al 1987, l’Ufficio ebbe com-
           piti di supporto dell’attività decisionale dei vertici dell’Arma e del coordinamento e
           sostegno di una serie di studi, principalmente di carattere divulgativo ma non per questo
           meno interessanti, stampati poi dall’Ente Editoriale e noti come la “serie rossa”, dal


           3    Ufficio Storico del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri (USCC), Documentoteca (D), A13.18,
              documento in copia.
           4    Il  Vice Comandante Generale, tradizionalmente, è considerato il custode della tradizioni e della storia
              dell’Arma per la sua autorevolezza.
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