Page 137 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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del paese ad un lungo e duro sacrificio .
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La decisione del ministro degli Esteri britannico, Grey, il 18 agosto, di non
approfondire le conversazioni sulle condizioni presentate finché l’Italia fosse ri-
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masta “nel campo delle ipotetiche eventualità” sembrava dar ragione a questa
corrente di pensiero. Per tale ragione i colloqui che seguirono nelle settimane
successive furono poco impegnativi e presero sostanzialmente la forma di un con-
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fronto bilaterale italo-britannico. Così preferì San Giuliano pur essendo consa-
pevole che ciò aveva sfavorevolmente impressionato il Foreign Office.
Il ministro italiano rimaneva molto diffidente verso le inclinazioni strategiche
dei membri dell’Intesa. Temeva, infatti, che, deciso l’intervento al loro fianco,
l’Italia sarebbe stata lasciata da sola a combattere contro l’Austria. In questa ma-
niera, infatti, gli alleati avrebbero potuto concentrarsi sulla Germania, a sua volta
indebolita dal nuovo impegno di Vienna sul fronte meridionale. Non avrebbe avu-
to luogo, però, da parte dell’Intesa, alcuna azione specifica contro il dispositivo
militare asburgico, soprattutto sul fronte marino. Secondo il ministro italiano “non
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bisogna[va] cadere in questo tranello” . Tutto ciò aumentava il rammarico di Im-
periali perché nelle conversazioni “informali” che stava avendo al Foreign Office,
perlomeno sul versante delle acquisizioni territoriali, le posizioni britanniche ap-
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parivano tutt’altro che lontane .
La “versione triplicista” della politica di San Giuliano perse quota dopo l’esito
favorevole della resistenza dei francesi all’offensiva tedesca nella battaglia della
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Marna, il 9 settembre 1914 . Tali circostanze segnarono “il fallimento della guer-
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ra di movimento” progettata a Berlino con la sostanziale riproposizione dello
scenario che aveva già avuto luogo nel 1870. La prima conseguenza politica di
questa nuova situazione militare fu che la Germania non sarebbe più divenuta,
probabilmente, l’arbitro dei destini dell’Europa e dell’Austria-Ungheria in par-
ticolare. Qui entrò nuovamente in gioco il realismo del politico siciliano. Egli si
rese conto, pur non abbandonando le sue tradizionali cautele, che gli avvenimenti
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militari avevano cambiato la situazione diplomatica .
Dal settembre 1914, dunque, decise di ridare forza al “presondaggio” che nel
91 Albertini, Venti anni…, op.cit., pp.377-379.
92 Imperiali a San Giuliano, 18 agosto 1914, ivi, d.317.
93 San Giuliano a Imperiali, 20 agosto 1914, ivi, d.355.
94 San Giuliano a Salandra, 24 agosto 1914, ivi, d.424.
95 Un esempio in Imperiali a San Giuliano, 24 agosto 1914, ivi, d.433.
96 V. G. Krumeich e S. Audoin-Rouzeau, Le battaglie della grande guerra in La prima guerra
mondiale, a cura di Id., vol. I, pp.448-461, in particolare le pp.450-451.
97 Stevenson, op.cit., p.118-123. Grazie alla reazione franco-britannica il territorio francese in
mano ai tedeschi passò dal 7.5% occupato nelle prime settimane del conflitto al 4% del totale.
98 Malagodi, op.cit., p.20.

