Page 141 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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             rapidamente”. Ma se non fossero approdate a nulla, osservava icasticamente, si
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             sarebbe stati “sciolti” .
                Questa sua attitudine dette vita a due distinti periodi che caratterizzarono i
             restanti mesi della neutralità italiana. Nel primo, che va dal dicembre 1914 al
             febbraio 1915, Sonnino volle proseguire le conversazioni con l’Austria per ar-
                                                                      123
             rivare quantomeno ad un chiarimento delle rispettive posizioni . Nel secondo
             - marzo - aprile 1915 - ebbe luogo il breve negoziato che condusse alla stipula del
             Patto di Londra, il 26 aprile 1915. Senza dubbio il suo arrivo alla Consulta ridette
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             “slancio”  all’azione diplomatica italiana che, nelle ultime settimane, anche a
             causa delle condizioni di salute di San Giuliano, aveva attraversato una fase di
             “pausa e stasi” .
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                Lo statista toscano, insomma, mise da parte il criterio direttivo dell’azione
             del suo predecessore per sostituirlo con un’azione determinata che consentisse
             all’Italia di cogliere “la grande occasione” che si presentava di “compiere l’unità
             nazionale” . Era dunque un “sacro egoismo” in versione meno difensiva. Anche
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             se, va sottolineato, il politico toscano non si nascondeva le difficoltà che si sareb-
             bero presentate se l’Italia avesse deciso di entrare in guerra. In una conversazione
             con Olindo Malagodi, il 12 dicembre 1914, egli si disse -come San Giuliano- con-
             vinto che la guerra sarebbe stata “lunga”; e,  pur dovendo coprire le sue intenzioni
             di fronte all’autorevole giornalista, affermò che sarebbe stato opportuno entrarvi
             “il più tardi possibile”. Tuttavia non poteva essere “troppo tardi” .
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                Sonnino decise di riprendere i contatti con l’Austria anche perché si era ve-
             rificato un fatto nuovo. All’inizio di dicembre l’esercito austriaco aveva ripreso
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             ad avanzare in Serbia  riaprendo così la questione dell’applicazione dell’arti-
             colo VII della Triplice. A Roma si riteneva che esso fosse invocabile anche in
             presenza  di  “occupazioni  temporanee”.  L’Italia,  infatti,  aveva  “un  interesse  di
             prim’ordine alla conservazione della piena integrità e dell’indipendenza politi-
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             ca della Serbia” . Il venir meno del quadro politico in cui era maturata l’intesa
             italo-austriaca dava all’Italia il diritto di invocare i compensi, anche se l’Austria
             avesse conseguito soltanto vantaggi “di carattere non territoriale” . Su questo
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             122 Sonnino, Diario…, cit., p.44, annotazione del 27 novembre 1914.
             123 Toscano, op.cit., p.76. Avarna a Sonnino, 12 dicembre 1914, DDI, ivi, d.371.
             124 L. Monzali, Italiani di Dalmazia. Dal Risorgimento alla Grande Guerra, Le Lettere, Firenze
                 2004, p.279.
             125 Ivi, p.278.
             126 Malagodi, op.cit., p.31.
             127 Malagodi, op.cit., p.32.
             128 P.  Renouvin,  La  crise  européenne  et  la  première  guerre  mondiale, Presse Universitaire de
                 France, Paris 1934, p.304.
             129 Sonnino a Bollati e Avarna, 9 dicembre 1914, ivi, d.380.
             130 Ibidem.
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