Page 138 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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138        la neutralità 1914 - 1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana



             mese precedente aveva avviato a Londra, come sappiamo, senza grande convin-
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             zione . Da questo prese corpo una proposta di accordo che egli subordinava alla
             già ricordata “certezza di vittoria”. Senza una verifica dell’esistenza di tale pre-
             condizione, l’Italia non avrebbe potuto rompere con Austria e Germania: “Ciò non
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             [era] eroico ma [era] saggio e patriottico” . Il ministro, dunque, “mira[va] ad una
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             conciliazione di tante e così contrastanti esigenze”   in nome della sua visione di
             quale fosse il “bene” dell’Italia.
                Alle clausole che già aveva inviato a Londra il mese precedente, dopo un’ul-
             teriore riflessione determinata dall’osservazione della situazione militare, volle
             aggiungere la richiesta di ulteriori “garanzie”. Prima fra tutte la cooperazione fi-
             nanziaria: la Gran Bretagna avrebbe dovuto fornire all’Italia un prestito di “un
             miliardo circa”. Questo aveva il senso di premunire l’Italia di fronte alla prospet-
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             tiva, assai problematica, di una “lunga durata della guerra” . E poi chiarì che sia
             Trento che Trieste non erano “concessioni”, ma diritti determinati dalla natura
             etnica di quei territori.
                Rispetto alle precedenti richieste San Giuliano mostrò anche quale fosse la
             posizione italiana in merito allo “sbocco della Serbia”. Con l’eventuale intervento
             si intendevano tutelare i “vitali interessi adriatici” dell’Italia. Questa, dunque, non
             avrebbe potuto passare “dall’incubo della minaccia austriaca” a quello “della mi-
             naccia slava”. In questo campo, dunque, ancora inesplorato, la Consulta chiedeva
             precise “garanzie”.
                Lo statista siciliano faceva inoltre presente che l’ingresso nell’Intesa rappre-
             sentava una scelta politica difficile. Il principale avversario dell’Italia era a Vien-
             na; “viceversa lo scopo principale della Triplice Intesa [era] lo schiacciamento
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             della Germania mentre la questione adriatica [era] per essa secondaria” . Sul
             finire della sua vita –San Giuliano sarebbe morto il 16 ottobre - intuì la radice
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             dei problemi che avrebbero avvelenato i rapporti tra Roma e le potenze dell’Intesa
             negli anni successivi .
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             99  Pastorelli, Le relazioni…, cit., p.20.
             100 San Giuliano a Salandra, 16 agosto 1914, DDI, s.V, vol. I, d.281, in corsivo nel testo.
             101 Vigezzi, op.cit., p.81. Su San Giuliano v. anche Id., L’Italia di fronte alla guerra mondiale, vol
                 I, l’italia neutrale, Ricciardi, Napoli 1966, pp.61-76; in senso diverso Ferraioli, op.cit., p.820.
             102 San Giuliano a Imperiali , 16 settembre 1914, DDI, serie V, vol.I, d.703.
             103 Ibidem.
             104 Sulla morte di San Giuliano v. Ferraioli, op.cit., pp.965-970; L. Aldrovandi Marescotti, Guerra
                 diplomatica. Ricordi e frammanti di diario (1914-1919), Mondadori, Milano 19136, pp.50-52.
             105 L. Riccardi, Alleati non amici. Le relazioni politiche tra l’Italia e l’Intesa durante la prima
                 guerra mondiale, Morcelliana, Brescia 1992.
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