Page 399 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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sua nomina ad ambasciatore straordinario e poi a ministro plenipotenziario e pri-
mo ambasciatore accreditato in Russia, un accorto uomo d’affari con una lunga
esperienza in Cina da cui era tornato, agli inizi degli anni ’70, per assumere la
presidenza di molte industrie americane. Non era quindi, allora, un politico di
lunga esperienza (lo diventerà poi quando divenne Segretario degli Interni sotto le
amministrazioni McKinley e Roosevelt) ma aveva subito capito l’importanza di
questa proposta non solo sul piano umanitario ma anche economico.
Nel documento del portavoce russo si dichiarava che il mantenimento di una
pace generale come risposta al sempre crescente processo di armamento doveva
rappresentare il traguardo ideale degli sforzi di tutti i paesi. Le crescenti spese di
guerra, inoltre, avevano distolto le risorse economiche dai loro ambiti naturali per
convogliarle in una dimensione improduttiva. Anche le crisi economiche, dovute
in gran parte ad armamenti eccessivi e il pericolo costante derivato dall’accumu-
lazione del materiale di guerra, avevano reso la «pace armata» di allora un peso
eccessivo da sopportare. Quindi, il supremo dovere delle nazioni era quello di por-
re fine alla crescita degli armamenti e trovare i mezzi per evitare le calamità che
minacciavano il mondo. Lo zar sperava che questa conferenza mondiale potesse
costituire un auspicio felice all’ingresso del mondo nel nuovo secolo.
Il 3 settembre 1898 il conte Mouravieff consegnò all’ambasciatore americano
a Pietroburgo il programma generale della conferenza a cui il Dipartimento di
Stato replicò che, a causa della guerra con la Spagna, era allora impossibile con-
siderare la proposta di una prossima riduzione degli armamenti. Precisato questo
punto, il governo degli Stati Uniti era più che disponibile a partecipare all’evento
a favore - si precisava ancora - «dell’economia nazionale e della pace internazio-
nale» apprezzando lo spirito che aveva ispirato lo Zar ad avventurarsi in un per-
corso così importante nell’interesse dell’umanità. Nel novembre del 1898 giunse
da Pietroburgo la notizia che anche la Gran Bretagna aveva accettato di inviare
alla conferenza una sua rappresentanza. In una lunga lettera, Herbert H. D. Pierce,
incaricato d’affari ad interim presso l’ambasciata americana di Pietroburgo, rias-
sumeva il 9 novembre 1898, i punti essenziali dell’intero progetto evidenziando
anche la sorpresa e i tanti interrogativi suscitati, a livello internazionale, da questa
proposta da molti ritenuta straordinaria e singolare .
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Il progetto dello Zar poteva quindi, a suo parere, essere considerato sotto due
aspetti fondamentali: quello umanitario che riguardava una futura pace univer-
sale, fino ad oggi sogno dei filantropi e degli utopisti, in netto contrasto con gli
egoismi dei singoli stati e delle loro relazioni internazionali e quello puramente
economico legato all’assorbimento di uomini e risorse per scopi militari a scapito
del benessere e della prosperità delle nazioni. In ogni modo, degno di attenzione
sebbene la stampa russa non avesse dato alcun rilievo a questa iniziativa. Anche
17 Ibid., n. 179, Mr. Pierce to Mr. Hay, pp. 546-547.

