Page 405 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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             cipato altri giuristi statunitensi. Un’altra serie di normative era stata proposta da
             un comitato ristretto di avvocati al Congresso Universale della Pace tenutosi a
             Chicago nel 1893. Deliberazioni in questo senso erano state assunte dalla Confe-
             renza interparlamentare composta da membri inglesi e francesi del Parlamento,
             a Bruxelles, nel 1895. Infine, nell’aprile del 1896, alcuni Avvocati dello Stato di
             New York, in una riunione speciale tenutasi presso Albany, avevano elaborato un
             piano per la creazione di un tribunale internazionale permanente.
                Il movimento quasi continuo di pensiero in questa direzione dal 1832 era sta-
             to interrotto, in America, dalla guerra ispano-americana. Era comunque restata
             molto viva, da parte statunitense, l’attenzione nei confronti di un tribunale arbi-
             trale internazionale alimentata, durante la Conferenza dell’Aia, dall’entusiasmo e
             dall’efficienza di Frederick Holls.
                Nel contesto generale dei lavori, la più significativa delle convenzioni, anche
             alla luce delle vicende internazionali successive, fu la seconda relativa a Le leggi
             e gli usi della guerra terrestre, anticipata da un Preambolo (clausola Martens cioè
             redatta da Friedrich Fromhold Martens, diplomatico e giurista estone che, apparte-
             nente all’aristocrazia dei Tedeschi del Baltico, operò anche al servizio dell’Impero
             russo e diede un importante contributo nello sviluppo del diritto internazionale) in
             cui i firmatari, coscienti dell’incompletezza della convenzione sottoscritta, dichia-
             ravano che, in attesa di una codificazione più completa delle leggi della guerra e
             nei casi non compresi nelle disposizioni regolamentari, le popolazioni ed i belli-
             geranti restavano sotto la salvaguardia e sotto l’imperio dei principi derivati dal
             diritto delle genti, quali risultavano dagli usi stabiliti tra nazioni civili, dalle leggi
             dell’umanità e dalle esigenze della pubblica coscienza.
                L’insieme degli articoli del Regolamento costituì un primo corpo di norme
             codificate che consentirono di giudicare i comportamenti degli eserciti durante le
             guerre del Novecento.
                Le  Dichiarazioni successive riprendevano  lo spirito della Convenzione  di
             Pietroburgo del 1868: ribadivano l’intento dei firmatari di rinunciare all’uso dei
             proiettili esplosivi e aggiungevano la proibizione di lanciare bombe dai palloni
             aerostatici e di usare gas asfissianti. «Su questi punti la conferenza mostrò tutta la
             sua debolezza: la storia dell’aviazione e l’uso di armi chimiche nelle guerre del
             ‘900 lo sta a dimostrare.
                Ininfluente fu pure la dichiarazione sulla rinuncia all’uso delle pallottole esplo-
             denti: queste infatti caddero in disuso non tanto per ottemperanza delle norme
             umanitarie sottoscritte, quanto per l’evoluzione della tecnologia che già durante
             la grande guerra era in grado di produrre pallottole ordinarie altrettanto capaci di
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             mettere fuori combattimento il nemico» .


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