Page 421 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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sca che questa mossa porterà ad un intervento della Germania. Qua si
crede che l’Inghilterra e l’Italia tenteranno di non farsi trascinare [in
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guerra] fino a che non saranno obbligate da ulteriori complicazioni .
In pochi si rendevano realmente conto di ciò che stava per avvenire, e non si
può certamente attribuire la responsabilità ai diplomatici di non aver saputo vede-
re oltre l’orizzonte degli eventi. Del resto l’ultima guerra europea era stata quella
fra la Francia e la Prussia del 1870: un conflitto combattuto ancora con schemi
tattici antichi e, tutto sommato, poco diverso dalle guerre napoleoniche, sia per il
tipo di confronto armato che per il livello tecnologico. In meno di cinquant’anni,
tuttavia, l’evoluzione della tecnica era stata enorme, e le sue applicazioni in cam-
po militare indiscriminate e terribili. Mancava però l’esperienza, ed era difficile
che si potesse prevedere quelle che sarebbero state le atrocità della Prima Guerra
Mondiale.
Uno dei pochi che sembrò penetrare il sottile velo del futuro fu l’ambasciatore
in Francia, Myron T. Herrick che, il 28 luglio, inviò un telegramma direttamente
all’attenzione del Presidente Wilson.
La situazione in Europa è considerata qua come la più grave nella
storia. Si è compreso che la civilizzazione è minacciata dalla de-mo-
ralizzazione che seguirebbe un conflitto generale. […] Si ritiene che
una volta che la Germania si mobiliterà non si potranno fare passi
indietro. […] C’è grande fede e fiducia nei nostri alti ideali ed obbiet-
tivi, così che credo che una espressione della nostra nazione avrebbe
un grande peso sulla crisi. […] Io presumo che una forte richiesta di
ritardo e moderazione da parte del Presidente degli Stati Uniti incon-
trerebbe il rispetto e l’approvazione dell’Europa e solleciterebbe una
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valutazione tempestiva della questione» .
Questa comunicazione, pur così sentita ed accorata, non indusse Wilson a
prendere una posizione personale nella crisi; tuttavia incoraggiò Bryan a prose-
guire ancora sulla strada della pace. Così, lo stesso giorno, molto tardi la sera, il
Segretario scriveva all’ambasciatore in Inghilterra, domandandogli se fosse utile
che gli Stati Uniti offrissero i loro buoni uffici per risolvere la situazione, come
68 Ibidem.
69 frUs, 1914, p. 19.

