Page 24 - Le donne nel primo conflitto mondiale - Dalle linee avanzate al fronte interno: La grande guerra delle italiane - Atti 25-26 novembre 2015
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LE DONNE NEL PRIMO CONFLITTO MONDIALE 24
volontarie sono 300. Sono numeri importanti per una organizzazione che arriva a
far funzionare 8400 uffici, nata da una iniziativa privata, senza una struttura pree-
sistente, che gestisce dati sensibili estremamente delicati per la sicurezza nazionale.
Si è trattato di una incredibile collaborazione tra un gruppo di donne e il mondo
politico-militare che affida loro un servizio di fondamentale importanza e delicatez-
za. I militari in realtà accolgono con grande diffidenza questa struttura femminile,
rifiutando ogni collaborazione, tanto da costringere il Ministero della Guerra, a
febbraio 1916, a varare un decreto che impone ai comandi e ai cappellani militari di
fornire alle volontarie degli uffici notizie le informazioni richieste.
Nelle campagne meridionali e nei borghi più isolati, le referenti dell’Ufficio no-
tizie sono le maestre rurali e sono loro a tenere informata la popolazione su quanto
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accade al fronte, leggendo pubblicamente i bollettini di guerra agli analfabeti .
Incredibile che ancora oggi se ne possa scrivere, come capita, tacendo la partico-
larità che si trattava di una organizzazione femminile, dunque cancellando le donne
che oltre a fornire informazioni alle famiglie dei soldati al fronte, ampliarono i loro
compiti anche in altre direzioni: dall’iter burocratico per le domande di pensione di
guerra, all’invio degli effetti personali delle vittime, all’assistenza agli analfabeti per
le comunicazioni al fronte, fino alle ricerche di notizie relative ai prigionieri.
L’impegno delle donne nell’assistenza è talmente vasto da sfuggire ad ogni pos-
sibilità di conoscerne le reali dimensioni e il complesso delle attività, ma è evidente
che permette loro di sperimentare, per la prima volta, una condizione, seppur prov-
visoria, di ‘cittadinanza’.
Dopo Caporetto si pensa addirittura di sollecitare la coscrizione civile obbligatoria
anche per le donne.
Il volontariato femminile costituisce una rete di servizi sostitutivi all’interno dello Sta-
to, che risultano particolarmente importanti nelle aree del sud dove è scarsa la mobilitazio-
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ne ; organizzano direttamente nuove reti di lavoro a domicilio e nuovi laboratori artigiani.
13 Taricone F., Donne e guerra cit., p. 167.
14 Fava A.,Assistenza e propaganda nel regime di guerra (1915 -1918), in Operai e contadini nella grande guerra, a
cura di M. Isnenghi, Bologna, 1982; B. Pisa, Italiane in tempo di guerra, in Un paese in guerra. La mobilita-
zione civile in Italia (1914-1918), a cura di G. Procacci, D. Menozzi, S. Soldani, Unicopli 2010, mostra
la mobilitazione anche in zone trascurate o con poca mobilitazione.
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