Page 42 - Le donne nel primo conflitto mondiale - Dalle linee avanzate al fronte interno: La grande guerra delle italiane - Atti 25-26 novembre 2015
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LE DONNE NEL PRIMO CONFLITTO MONDIALE                                       42


          trarla nelle loro reti, è la guardia di questura che la trascina all’ufficio sanitario, è
          il postribolo patentato che la ingoia, è la prigione, il sifilocomio, il postribolo...” .
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          2. Le matrici teoriche dell’interventismo

                                              Personaggio emblematico, anzi  l’esponente
                                           fondante dell’interventismo teorico in Italia, fu
                                           Teresa Labriola. Terzogenita del filosofo Antonio
                                           Labriola, prima donna laureata in Giurispruden-
                                           za all’Università di Roma alla fine dell’Ottocento,
                                           libera docente di Filosofia del Diritto nella stessa
                                           università ai primi del Novecento, esponente di
                                           rilievo  del movimento femminista, suffragista,
                                           presidente  per anni  della sezione giuridica del
                                           Consiglio  Nazionale  Donne  Italiane, se  ne distaccò
                                           proprio per le sue posizioni accesamente inter-
                                           ventiste e nazionaliste. Alle soglie del conflitto, la
                                           Labriola fece un bilancio della situazione creatasi
                                           nel paese in seguito allo scontro di “elementi an-
          Teresa e il padre Antonio Labriola
                                           tagonisti” in cui le donne erano state più spetta-
                                           trici che attrici prima persona.
             Il fermento psicologico era scaturito da un’alchimia di fattori quali le ingiustizie
          sociali, la cupidigia, violenze latenti, smanie di dominio, timore per i confini mal difesi
          dello Stato e insieme il desiderio salvare la propria stirpe. “Tutti questi elementi in an-
          tagonismo, in un’ora grave che fu decisiva per la storia del genere umano strariparono
          rompendo le dighe. E cosa erano mai queste dighe? Erano le leggi, i patti, le conven-
          zioni. I patti, le convenzioni, le leggi scomparvero d’un tratto ai primi, anzi primissimi
          segni di rottura della pacifica convivenza tra gli Stati” .
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             Scomparivano finalmente, come scrive Teresa Labriola,la parvenzialità e l’opaci-
          tà che avevano contraddistinto il periodo d’attesa; ora finalmente si erano create le


          4  Mozzoni A. M., Alle fanciulle, in A. M. Mozzoni, La liberazione della donna, a cura di Pieroni Bortolotti
             F. Milano 1975, p. 162; il testo è stato recentemente ripubblicato a cura della sottoscritta da casa
             editrice Caravan Edizioni 2015; inoltre, la scheda biografica da me curata in Dizionario biografico delle
             donne lombarde, a cura di R. Farina, Milano 1995 e S. Murari, L’idea più avanzata del secolo. Anna Maria
             Mozzoni e il femminismo italiano, Roma 2008.

          5   Labriola T, La donna e lo Stato nell’ora della guerra, «La Nostra Rivista», 1915, p. 444.







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