Page 46 - Le donne nel primo conflitto mondiale - Dalle linee avanzate al fronte interno: La grande guerra delle italiane - Atti 25-26 novembre 2015
P. 46
LE DONNE NEL PRIMO CONFLITTO MONDIALE 46
la quale si fronteggiavanodue atteggiamenti diversi di fronte alla guerra con un
diverso modo di concepire il dovere morale. Da un lato la dignità nazionale, il
rispetto per il capo dello Stato e per l’ordinamento militare apparivano come forze
etiche; dall’altro una corrente contraria alla guerra contestava il dovere di obbedire
all’autorità poiché la guerra era solo espressione del volere di un piccolo gruppo
dirigente, una sorta di alto tribunale che non era quello dell’Aja, formatosi per
spontaneo consenso di coscienze .
12
Il punto fondamentale del disaccordo con la corrente pacifista era per la Labrio-
la nel concetto d’interesse collettivo. Infatti, se le classi dirigenti operavano a pro-
prio vantaggio, operavano implicitamente anche nell’interesse della società nel suo
complesso poiché l’aumento della forza politica e della ricchezza elevava le condi-
zioni di tutta la collettività. Nell’urto di elementi antagonisti la Labriola anticipava
la futura disgregazione della società del dopoguerra, nella quale vedrà la possibilità
di costruire un ordine nuovo anche per le donne, sulla base però non del pacifismo
internazionalista, ma delle esigenze nazionaliste.
La lotta del resto non era un incidente, ma una manifestazione della vita stessa,
poiché essa si manifestava in forma di lotta. All’approssimarsi del conflitto, la La-
briola caldeggiava una diretta e viva partecipazione femminile in nome di un anta-
gonismo ormai insanabile tra sentimento nazionale, pretese imperialistiche e difesa
della nazione,patria anche delle donne.
Gli anni del conflitto furono frenetici per la figlia del filosofo Labriola. Fondò,
presiedette, o fiancheggiò tutte o quasi le associazioni femminili interventiste, dal
Gruppo Femminile Nazionalista Romano, alla Lega Patriottica Femminile da lei fondata, al
Comitato nazionale Femminile Interventista Antitedesco, al Fascio Romano di Difesa Nazio-
nale, alla Pro-patria da lei fondata, all’Associazione di Madri e vedove dei caduti, all’Unione
Politico Nazionale fra le donne d’Italia.
12 Il Tribunale dell’Aja o Corte permanente di arbitrato fu istituito nel 1899, ma acquistò una fisiono-
mia più certa dopo la seconda Conferenza dell’Aja, nel 1907. Secondo l’art. 44 della Convenzione,
ciascuno degli stati contraenti designa al massimo quattro persone di riconosciuta competenza nel
diritto internazionale e stimate moralmente che siano disposte ad accettare la funzione di arbitri.
Vengono inserite in una lista portata alla conoscenza di tutti gli stati, e rimangono in carica sei anni.
La Corte di arbitrato desume la propria competenza dalla volontà delle parti, ma si prevede anche
un ricorso unilaterale. “Considerata sia sotto l’aspetto della sua composizione che sotto quello del-
la sua funzionalità, la Corte permanente di arbitrato non ha segnato un passo molto importante
nell’organizzazione della giustizia internazionale, tant’è vero che gli stati hanno sovente preferito
ad essa l’arbitrato fondato su un accordo particolare”, Monaco R., Grande Dizionario Enciclopedico,
Torino 1969.
I-sessione.indd 46 05/05/16 14:24