Page 44 - Le donne nel primo conflitto mondiale - Dalle linee avanzate al fronte interno: La grande guerra delle italiane - Atti 25-26 novembre 2015
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LE DONNE NEL PRIMO CONFLITTO MONDIALE 44
formulava chiaramente la teoria dell’importanza della civiltà
latina opposta al pangermanesimo. Prodromi di un nazionali-
smo futuro destinato a contrastare quello tedesco già in atto,
aggressivo e bellicoso, contro cui si scaglierà violentemente
negli anni della guerra.
Nello scritto, Per la pace e il diritto, la Labriola esaminava
il pensiero dei giuristi e dei filosofi in merito alla pace e alla
guerra; gli uni negavano recisamente il carattere di norme giu-
ridiche ai rapporti internazionali e ai rapporti tra stato e stato,
Anna Franchi
tipico dei pensatori posteriori a Hobbes, secondo cui gli stati
non erano mai usciti dallo stato di natura escludendo a priori
che in futuro potesse formarsi una lega di popoli per la pace perpetua. Secondo gli
altri, invece, i rapporti internazionali avevano carattere giuridico, ma rientravano tra i
diritti imperfetti. Anche dall’idea dello stato e del diritto di Hegel veniva negata la pos-
sibilità della pace perpetua e il carattere giuridico dei rapporti internazionali; lo Stato
di Hegel, realtà dell’idea etica, non lasciava posto ad un diritto universale superstatale,
ma ‹‹l’idea di Hegel è concezione così altamente etica da distinguersi nettamente da
ogni altra concezione autoritaria del diritto e dello Stato ... Nella dialettica hegeliana
non c’è posto per l’idea della pace perpetua. Secondo Hegel, la guerra è necessaria
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perché è il modo dialettico di risoluzione delle volontà discordi›› . Di fronte al pen-
siero di Hegel che la Labriola giudicava “formidabile”, stava il pensiero degli scrittori
razionalisti per i qualil’istituzione di un tribunale internazionale era il mezzo per av-
vicinarsi ad uno stato nel quale la guerra era resa impossibile. La pace perpetua non
era un sogno, come non era un sogno la virtù, per il fatto che nessuno è mai stato
completamente virtuoso .
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Nel momento presente per la Labriola si era ancora assai lontani dalla pace e come
al solito, la giurista scriveva avendo ben presente la situazione della politica interna-
zionale, cioè i diversi colonialismi, le mire egemoniche dei paesi aggressivamente na-
zionalisti, i conflitti impari tra paesi immensi come la Russia e piccoli stati, l’idea della
pace perpetua era fittizia per gli antagonismi nazionali in atto e per l’insufficiente or-
ganizzazione del diritto internazionale con la dubbiosa autorità del tribunale dell’Aja.
Per attuare veramente una pace perpetua occorreva una coscienza nuova, un nuovo
sostrato del diritto. La coscienza doveva raffinarsi a tal punto da riconoscere che il
8 Labriola T., Per la pace e il diritto, Roma 1905, pp. 7-8.
9 Ivi, p.9.
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