Page 53 - Le donne nel primo conflitto mondiale - Dalle linee avanzate al fronte interno: La grande guerra delle italiane - Atti 25-26 novembre 2015
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          nali del tema donna-soldato, se così lo si può definire . Con lo pseudonimo firmò
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          invece qualche anno dopo un ponderoso volume che riuniva osservazioni, resoconti
          e vicende tutti legati alla partecipazione femminile alla prima guerra mondiale. Il testo
          s’intitola appunto La funzione della donna in tempo di guerra e faceva parte di una Biblio-
          techina illustrata per la gioventù, per i soldati, per il popolo. La scrittrice e giornalista
          affermava che primo dovere della donna era di ordine morale: doveva sapersi sacrifi-
          care. Gli esempi dell’età risorgimentale per quanto numerosi restavano eccezioni ed
          era proprio per la loro rarità che venivano comunemente registrati; la maggioranza
          delle donne, in realtà, non aveva saputo affrontare la prova con virtù civica. I tempi
          però erano ormai mutati e, come affermava Donna Paola, “la mascolinità è giunta al
          punto di sentirsi insufficiente a sospingere il carro della vita…”.
             La conferma del mutamento giungeva proprio da una constatazione che poneva
          la Baronchelli tra coloro i quali collegavano esplicitamente l’emancipazione femminile
          alle sue attività paramilitari. “Chi avrebbe mai sognato sino a poco tempo fa addietro
          che la guerra cioè quel complesso di fatti e attività che sembravano i più estranei alle
          capacità femminili sarebbe stata di tutti gli eventi della vita nazionale quello che più
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          avrebbe messo in valore il contributo della donna?”  .Tutte le teorie, infatti, secondo
          cui sarebbe dannoso allontanare le donne dall’ambito domestico erano state sconfitte
          dalla realtà di un pericolo ancora più grande: la rovina economica della nazione.
             Inoltre, occorre tener conto del fatto che le guerre attuali non sono più come
          quelle di un tempo circoscritte ad un numero preciso di individui che facevano del
          mestiere delle armi la loro unica occupazione; le guerre ormai si combattevano fra
          milioni di individui, una vera “razzia di mascolinità”. I destini di una nazione non si
          risolvono più grazie esclusivamente a vittorie militari, così come la guerra non si com-
          batte soltanto sui campi di battaglia. Essa si combatte nelle industrie, nei commerci,
          nell’agricoltura, negli scambi marittimi e terrestri, nei corsi del denaro, nella libertà
          dei traffici ferroviari. Nel quadro di un generale cambiamento, anche il valore sociale
          della donna doveva necessariamente cambiare. Ogni donna desiderosa, o in grado di
          dare contributi, avrebbe avuto il suo campo d’azione come infermiera nella Croce
          Rossa o nei Comitati di Preparazione Civile. Tutte quelle che non hanno figli, o hanno al
          contrario la possibilità e i mezzi di farli educare e sorvegliare, dovrebbero fare capo
          alle associazioni di assistenza all’infanzia, privata temporaneamente della tutela dei
          genitori. Per razionalizzare, se così si può dire, e ottenere il massimo rendimento dal

          22   «La Scena Illustrata», 1 dicembre 1910.
          23   La funzione della donna in tempo di guerra, Firenze 1919, p. 8.







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