Page 235 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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III SeSSIone - L’evoLuzIone tecnIco-mILItare deLLa guerra 235
granate e alle schegge dei proiettili dell’artiglieria. Quando cercavano di avan-
zare sotto il fuoco di sbarramento, venivano colpite dal fuoco della fanteria. Le
linee di schermaglia non potevano più essere impiegate tatticamente, poiché non
potevano avanzare né retrocedere. Nonostante il fuoco nemico, le truppe resta-
rono sul territorio conquistato secondo i regolamenti. Dopo aver resistito per
numerose ore, le linee iniziarono a crollare nelle retrovie. Inizialmente, furono
soltanto i feriti a trascinarsi via o ad essere aiutati ad abbandonare il campo, ma
ben presto un numero sempre maggiore di soldati cercò di sfuggire al pesante e
persistente fuoco dell’artiglieria. Parti della linea indietreggiavano e immediata-
mente ricevevano l’ordine di tornare in posizione. Col passare del tempo anche
gli uomini migliori non riuscivano più a sostenere la pressione psicologica del
fuoco nemico che si abbatteva su di loro con un’intensità mai vista prima. Alla
fine fu praticamente impossibile fermare la ritirata dei soldati, spinti anche dal
panico sollevato dalle voci che la situazione fosse anche peggiore nelle sezioni
vicine della linea e che rischiavano di essere tagliati fuori. La ritirata, quando
finalmente fu ordinata, non consentì alcuna protezione dal fuoco dell’artiglieria
che semplicemente si muoveva insieme alle linee di schermaglia in ritirata. Le
granate cadevano direttamente sulle linee con effetti disastrosi e i soldati fuggi-
vano via in preda alla confusione più totale .
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L’artiglieria dell’Imperiale e Regio Esercito nel frattempo si era attenuta ai
regolamenti di base tipici delle manovre precedenti la guerra: si era schierata in
formazione aperta (nel caso di batterie di artiglieria campale) e si era unita al fuo-
co tirando direttamente su obiettivi conosciuti . La posizione e la direzione del
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fuoco furono scelte dal comandante dell’unità di artiglieria schierata che valuta-
va terreno ed obiettivi e organizzava le batterie secondo le proprie valutazioni.
Anche se nella prima fase dell’attacco un comandante superiore impartiva ordini
per il coordinamento di artiglieria e fanteria, mentre la battaglia era in corso non
esisteva alcun tipo di comunicazione fra fanteria e artiglieria (nessun collegamen-
to telefonico con la fanteria era stato pianificato dall’organizzazione). Le batterie
inviarono pattuglie di ricognizione e stabilirono osservatori per correggere la li-
nea del fuoco. Poiché la fanteria nemica apriva il fuoco soltanto nelle immediate
vicinanze e molto più tardi del previsto, le linee di schermaglia austro-ungariche
riuscirono a coprire una grande distanza abbastanza velocemente e furono presto
fuori della portata della propria artiglieria. Le batterie di artiglieria erano ormai
troppo lontane per poter supportare l’attacco della fanteria e dovettero cambiare
posizione, cosa che richiese tempo prezioso. Ciò implicò che nel momento in
cui la fanteria ebbe raggiunto la principale posizione nemica, momento in cui il
25 Pitreich, Max, Lemberg 1914. Grundprobleme des Krieges, Wien 1929, p. 130 f
26 Pitreich, August von, Die Entwicklung unseres Kampfverfahrens vom Kriegsbeginn bis zur
Gegenwart. In: Militärwissenschaftliche Mitteilungen 1935, Hefte 1-10, Wien 1935, p. 412.

