Page 237 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
P. 237
III SeSSIone - L’evoLuzIone tecnIco-mILItare deLLa guerra 237
supporto dell’artiglieria era maggiormente sentito, tale supporto non era invece
disponibile. Nel momento in cui le batterie si trovarono nella loro nuova posi-
zione, esse spararono secondo le priorità previste. Gli osservatori naturalmente
diressero il fuoco dell’artiglieria verso obiettivi nemici conosciuti ed è proprio
a questo punto che entrò in gioco la grande esperienza acquisita dai russi nella
guerra russo-giapponese. All’inizio della guerra la fanteria russa si era già trince-
rata ed era difficilmente visibile. L’artiglieria russa era altrettanto ben nascosta.
Era quindi estremamente difficile per gli osservatori fornire alle batteria austro-
ungheresi degli obiettivi chiari. La gran parte del fuoco dell’artiglieria austro-
ungarica era quindi diretta su obiettivi supposti, e non sortiva alcun effetto sul
nemico. Se la fanteria avesse dovuto ritirarsi, l’artiglieria avrebbe per prima spo-
stato le proprie batterie (a meno che non si rendesse necessario lasciarle indietro
per coprire la ritirata) e nel momento cruciale di disingaggio dal nemico, non ci
sarebbe nuovamente stato alcun supporto da parte dell’artiglieria .
27
Durante le prime battaglie del 1914 non vi fu assolutamente alcun coordi-
namento tattico fra le tre principali armi: fanteria, cavalleria e artiglieria. Non
avrebbe potuto esserci alcun piano generale poiché ogni arma valutava la situa-
zione ed il terreno secondo i propri criteri. Era questo un aspetto sul quale non
vi era stato sufficiente addestramento durante le manovre generali. La notazione
nella pubblicazione dello Stato Maggiore Generale che le battaglie di settembre
ed ottobre del 2014 erano state caratterizzate da “tentennamento nella scelta delle
tattiche e dei mezzi” poteva certamente essere considerata come un eufemismo.
28
A parte i metodi di combattimento che erano già in uso e non potevano essere
facilmente sostituiti, la ‘dottrina della battaglia’ difficilmente può essere associa-
ta alla fase della guerra di movimento. Se la dottrina è intesa come condotta con
valore normativo per tutti gli uomini ed i mezzi impiegati per uno scopo tattico
specifico nell’ambito di un piano generale, allora il termine non è applicabile alle
campagne di primavera ed autunno nel nord-est dei Balcani. Pur disponendo gli
ufficiali comandanti di regolamenti e vari manuali per dare istruzioni al loro li-
vello di comando, essi presero le loro decisioni sulla base del loro addestramento
del tempo di pace. Le informazioni concrete su schieramento, impiego e guida
delle forze con precise norme temporali e spaziali e l’attenzione per il compor-
tamento nemico previsto (la tattica austro-ungarica fu utilizzata in diversi teatri
indipendentemente dalle specifiche condizioni topografiche) sarebbero apparse
soltanto nei regolamenti delle ultime fasi della tattica lineare e di zona.
Gli alti comandanti risposero a queste ovvie carenze nei propri metodi di
combattimento cercando di trasmettere a tutti gli uomini il desiderio di vittoria e
27 Pitreich, Max, Lemberg 1914. Grundprobleme des Krieges, Wien 1929, p. 138.
28 Österreich-Ungarns letzter Krieg, hg. Bundesministerium für Heerwesen und Kriegsarchiv, 7
Text- und 7 Kartenbände, Register, Wien 1930-1938, Bd. 1, p. 449.

