Page 330 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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330 il 1916. EvoluzionE gEopolitica, tattica E tEcnica di un conflitto sEmprE più EstEso
acuta tensione, si trovò sempre dalla parte di Cadorna. Cercare di riscostruire
completamente i rapporti tra i due, anche in assenza di una compiuta biografia di
Cadorna, appare difficile; ci sembra di poter dire, però, che, malgrado Cadorna
non avesse sempre un atteggiamento lineare verso il sovrano , il legame fra i
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due fu solido e il re più volte intervenne per difendere il generale, risolvendo le
situazioni più difficili . Così, per esempio, il sovrano non prese in considera-
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zione il progetto presentato da Zupelli, avvenimento in verità assai singolare ma
segno della tensione in atto, che delineava un piano strategico alternativo e an-
titetico a quello di Cadorna, riconoscendo al generale di Pallanza la supremazia
nella conduzione della guerra ; così, il sovrano si trovò allineato a Cadorna nella
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considerazione dell’inutilità dello sbarco italiano a Valona e, poi, a Durazzo,
preferendo un intervento a fianco degli alleati a Salonicco, anche per dissipare le
perplessità circa la mancata dichiarazione di guerra alla Germania ; così, di nuo-
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vo, il sovrano si trovò a fianco di Cadorna nel rifiuto di convocare un consiglio
di guerra dopo il parziale sfondamento della Strafexepedition, memori, entrambi,
delle nefaste conseguenze del consiglio di guerra che si era tenuto in occasione
delle sconfitte del 1866 . In tutti questi tre momenti, delineatisi dall’autunno
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del 1915 fino alla primavera del 1916, il sovrano si trovò dalla parte di Cadorna
e contro il Governo. Le ragioni? Se ne possono ipotizzare alcune. Innanzitutto,
come rilevato dai protagonisti, Cadorna era, in quel momento, l’unico generale
che potesse dare affidamento di condurre la guerra e di tenere insieme il Regio
esercito e un cambiamento, senza motivazioni di natura militare, avrebbe sco-
perto le tensioni esistenti tra Gabinetto e Comando supremo; sincera fiducia del
sovrano nelle capacità di Cadorna, tanto da condividerne valutazioni strategiche
(piano offensivo sull’Isonzo) e considerazioni tattico-politiche (maggiore colla-
borazione interalleata nei Balcani); predilezione del sovrano per l’ambiente mi-
litare e suo immergersi nel mestiere che riteneva più suo, quello del Re-soldato ;
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una certa sfiducia verso la classe dirigente liberale e uno sguardo critico verso gli
intrighi del potere, a fronte dello sforzo bellico dei soldati al fronte . Questo ulti-
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mo aspetto, che sembra emergere da alcune testimonianze del proprio aiutante di
34 Cadorna, per esempio, mal digeriva la presenza del sovrano al fronte. Cfr., L. Albertini, op.
cit., 13 ottobre 1915, p. 176; F. Cognasso, op. cit., p. 887; Le Moal, op. cit., p. 203.
35 L. Albertini, op. cit., 26 febbraio 1916, pp. 206-07.
36 V. Riccio, op. cit., 6 febbraio 1916, p. 245.
37 Ivi, 30 dicembre 1915, p. 217.
38 S. Scaroni, Con Vittorio Emanuele III, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, Verona, 1954, p.
61; F. Martini, op. cit., 25 maggio 1916, p. 704; L. Albertini, op. cit., 1° giugno 1916, p. 218.
39 T. Torella di Romagnano, Villa Iela, Garzanti, Milano, 1948, p. 65; cfr., F. Le Moal, op. cit.,
pp. 191-92.
40 V. Solaro del Borgo, Giornate di guerra del re soldato, Arnoldo Mondadori Editore, Verona,
1931, p. 34; F. Le Moal, op. cit., p. 203.

