Page 346 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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346 il 1916. EvoluzionE gEopolitica, tattica E tEcnica di un conflitto sEmprE più EstEso
ste. Ci si dedicò alle procedure d’analisi, costituendo apposite sezioni, incana-
lando l’attività di ricerca e creando un vero e proprio ramo scientifico che funge-
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va da supporto tecnico atto a risolvere problemi applicativi . Questo organismo,
uno dei primi esempi di collaborazione civile e militare strutturata nel panorama
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italiano, si avvalse della collaborazione diretta di eminenti personalità del mon-
do della scienza e di militari di carriera. Era coadiuvato da un servizio tecnico
suddiviso in rami Marina, Artiglieria, Genio e Aeronautica; molta importanza fu
data alla parte documentale, venne affidato al matematico Giovanni Vacca l’ar-
chivio e lo spoglio delle riviste tecniche italiane e straniere per reperire in tempi
rapidi le informazioni necessarie allo svolgimento delle ricerche, in un momento
in cui la letteratura scientifica entrava in una fase d’iperspecializzazione. Già nel
1918, sulla base dell’ampliamento delle attività svolte, Volterra propose e otten-
ne per l’ufficio una nuova configurazione in linea con quanto avveniva all’estero.
L’ufficio divenne ben presto Ufficio Invenzioni e Ricerche (UIR) e vide l’istitu-
zione di speciali servizi di ricerche di chimica, fisica, mineralogia e ingegneria.
L’UIR venne, poi, suddiviso in sottocommissioni rivolte ad analizzare peculiari
problematiche tra le quali proprio l’innalzamento dell’efficienza del tiro di arti-
glieria e l’utilizzazione bellica delle ceneri di pirite. Seppur con un bouquet così
vasto di attività, funzionò molto bene durante il conflitto. Questa caratteristica,
insieme con la sua eterogenea composizione, costituì la motivazione per cui l’e-
sperienza della cooperazione bellica non fosse vanificata.
Mauro Picone
Al fronte, sul finire del 1916, presso il Comandissimo ci fu un incontro casua-
le tra due eminenti personalità del mondo della scienza, uno affermato, «l’amato
maestro» Vito Volterra, senatore del regno in divisa da capitano del Genio, l’altro
Mauro Picone, matematico , temporaneamente tenente, allievo più giovane.
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Tante, troppe cose in comune avevano nel presente e tante avrebbero avute nel
futuro. Erano al fronte, ambedue ufficiali di complemento del Genio impegnati a
tradurre la scienza pura in scienza applicata, tutti e due messi alla prova nel cam-
po dell’artiglieria. Volterra, in paziente attesa d’esser ricevuto, parla al giovane
matematico della assoluta necessità di coniugare scienza e tecnica per l’obietti-
vo, a breve termine, di accrescere la potenza bellica del paese e l’obiettivo a pace
raggiunta, con «dovuti perfezionamenti e meditate estensioni» di contribuire al
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28 L. tOMMASINI, Le origini, in Per una storia del Consiglio nazionale…, vol. I, cit., p. 19-21.
29 Tra gli altri Orso Mario Corbino, Antonio Lo Surdo, Giuseppe Occhialini, Raffaello Nasini.
30 Furono molti circa una trentina, i matematici mobilitati al fronte all’atto dell’ingresso dell’Ita-
lia nella Prima guerra mondiale, molti, una decina, i caduti. Tutti i sopravvissuti rientrarono al
loro precedente lavoro scientifico ad eccezione di Vito Volterra e Mauro Picone che si occupe-
ranno anche di riorganizzare l’attività scientifica in Italia.
31 L’espressione è pronunciata da Vito Volterra durante l’incontro con Mauro Picone. Erano,

