Page 347 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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IV SeSSIone - ASpettI del conflItto Sul fronte Interno              347



             progresso del paese. Mauro Picone è un matematico, arriva al fronte nel 1916. E’
             siciliano di Lercara Friddi, arriva dalle aule universitarie direttamente sul Pasu-
             bio, col grado di sottotenente. Ad aprile 1916 viene assegnato al 6° Reggimento
                                                                   a
             di Artiglieria da fortezza, a luglio assegnato al fronte, alla I  Armata, operante
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             sulle montagne del Trentino . Arriva professore e si ritrova sottotenente, lo am-
             mette candidamente, confessando di non aver mai visto un cannone, se non forse
             sui libri e forse di non aver mai visto nemmeno la neve. Giunto al comando e
             interrogato su quel che facesse da borghese, rispose di essere un matematico.
             Dopo un’accoglienza piuttosto fredda, fu invitato a ritornare dopo otto giorni.
             Quando si ripresentò, apprese di essere convocato dal colonnello Federico Bai-
             strocchi - poi generale, poi Capo di Stato Maggiore - comandante del 21° Rag-
             gruppamento d’assedio, operante alla falde del Pasubio. Questi apprezzava di
             avere presso di sé un ufficiale esperto di matematica e fin dal primo colloquio
             chiese a Picone, anzi gli ordinò, di studiare il trattato di balistica di Francesco
             Siacci  e di ricavare entro un mese il calcolo esatto dei dati di tiro per le artiglie-
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             rie d’assedio. Lo impiegò all’ “Ufficio tiro”. Bisogna aggiungere, a questo pro-
             posito, che le tavole di tiro di Siacci, di cui erano già fornite le artiglierie da
             campagna, consideravano il bersaglio da colpire come se fosse situato sullo stes-
             so piano orizzontale della batteria (salvo certi coefficienti di correzione per disli-
             velli di lieve entità), mentre sulle montagne del Trentino la situazione era diver-
             sa: le distanze orizzontali erano piccole e quelle verticali rilevanti. Ciò causava
             risultati dei tiri fallaci contro i bersagli assegnati ed anche, il non remoto perico-
             lo del cosiddetto fuoco amico, cioè che ad essere colpite fossero le proprie truppe
             invece che le postazioni nemiche. Entrò nella pratica corrente quello che fu iro-
             nicamente definito tiro da farmacista poiché i comandanti di batteria effettuava-
             no l’aggiustamento comunicandolo, colpo per colpo alla linea di pezzi, definen-
             do ad horas i grammi di carica da togliere o da aggiungere. Picone, dopo aver
             assimilato quanto bastava della balistica, preparò, entro il mese assegnato, nuove
             tavole di tiro, che furono subito adottate e sperimentate con un’azione che la 44 ma
             Divisione condusse con successo il 19 ottobre di quello stesso anno contro l’Al-

                secondo quanto riporta Picone in una memoria biografica, entrambi, seduti a fare anticamera,
                in  attesa  di  essere  ricevuti  dai  rispettivi  superiori  del  Comando  Supremo  dell’Esercito.
                Disquisivano sulla possibilità di accrescere lo sforzo bellico coniugando scienza e tecnica,
                ma soprattutto, a pace raggiunta, di contribuire al progresso industriale e sanitario del Paese.
                Un saggio ricco di elementi interessanti e orientativi per questo contributo è quello di in P.
                NAStASI, Un matematico alla Grande Guerra: Mauro Picone, in «Lettera Matematica», n. 92,
                2015, p. 17-25. Si veda in particolare p. 22-23.
             32  M. PICONE, La mia vita, Roma, Bardi, 1972.
             33  Francesco Siacci artigliere e matematico, con i suoi studi di balistica pose l’Italia tra le nazioni
                nella quali queste ricerche vennero più intensamente coltivate. Portò avanti numerosi studi
                per risolvere i problemi di tiro d’artiglieria da campagna e da assedio, elaborando numerose
                tavole.
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