Page 424 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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424 il 1916. EvoluzionE gEopolitica, tattica E tEcnica di un conflitto sEmprE più EstEso
Poi alle 7.30 del mattino di una mattina nebbiosa che fece da preludio ad una
giornata soleggiata e calda, 66.000 fanti britannici si mossero simultaneamente
all’assalto delle trincee nemiche in quello che venne definito race to the parapet
(corsa al parapetto). In parte coperte da fumo e nebbia le prime divisioni
riuscirono a penetrare la prima linea dello schieramento nemico. Ma ben presto
furono fermate dal fuoco incrociato dell’artiglieria e delle mitragliatrici tedesche,
come descritto in pagine memorabili dallo storico inglese John Keegan.
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La giornata del 1 luglio 1916 si rilevò un’ecatombe, con perdite tra morti,
feriti e dispersi che ammontarono a 57.270, di cui 19.249 morti.
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Il primo giorno di offensiva fu il preludio di una battaglia di usura che durò
fino al novembre 1916, con perdite che si aggirarono tra i 500.000 e i 700.000 per
ciascuna parte, per qualche decina di chilometri di avanzata in territorio nemico.
Come giudicare la battaglia della Somme dal punto di vista dell’Intesa?
Sicuramente, fu forte la delusione per un attacco che si voleva decisivo.
Alcuni fattori giocarono sicuramente contro lo sforzo britannico. Innanzitutto,
la già accennata incomprensione di fondo tra Haig e Rawlinson, il primo più
interessato ad aprirsi un varco nello schieramento nemico e guadagnare terreno,
il secondo con un approccio più cauto volto più a distruggere le armate nemiche
e trincerarsi sulle posizioni tedesche. Inoltre le divisioni create con la Kitchener
Army, sebbene volenterose, non avevano nessuna esperienza della guerra di
trincea ed avevano ricevuto una formazione insufficiente.
Le batterie di artiglieria poi difettavano sia nella qualità degli obici, ma anche
nella maniera in cui veniva utilizzato il fuoco di sbarramento (creeping barrage):
tattica che in teoria avrebbe dovuto proteggere la fanteria, ma che in definitiva
fu mal coordinata con il ritmo lento dell’avanzata delle divisioni nella No Man’s
Land e nello schieramento nemico.
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In definitiva, il piano di Haig sembrò decisamente troppo ambizioso vuoi
per la quantità e la qualità dei soldati e degli armamenti, vuoi per chiari limiti
della dottrina militare inglese, vuoi per la tecnologia dell’epoca. In effetti, se il
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17 John Keegan, The Face of Battle, A Study of Agincourt, Waterloo and the Somme, Viking
Press, 1976, pp.242-279. Il libro è disponibile in italiano con il titolo Il volto della battaglia,
Milano, Mondadori, 1978 ed è stato più volte ristampato. Per una descrizione dettagliata del
primo giorno di battaglia si veda Martin Middlebrook, The First Day on the Somme, 1 July
1916, New York, Norton, 1972.
18 Andrew Robertshaw, Somme, 1 July 1916, Tragedy and Triumph, New York, Osprey, 2006, p.
78.
19 Shelford Bidwell and Dominic Graham, The British Army Weapons & Theories of War 1904-
1945, Barnsley, Pen & Sword, 1982 (ristampa 2004), pp. 83-85.
20 Un buon riassunto in Tim Travers, ‘’July, 1, 1916: The Reason Why,’’ in The Great War,
Perspectives On the First World War, edited by Robert Cowley, New York, Random House,
2003, pp. 320-338.

