Page 431 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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             comunicazioni marittime per alimentare la sua guerra.  Eppure, quanto a fondo
             questo esercitasse influenza sulla guerra italiana non è ancora stato oggetto di
             una discussione esaustiva, questo nonostante l’ovvia domanda su come avrebbe
             fatto il paese non solo a combattere, ma anche semplicemente a mangiare, per-
             chè, come ricordava il ministro della Marina, Camillo Corsi, alla Camera nella
             primavera 1916:
                   Ora la maggior parte della nostra importazione è proprio costituita
                   da prodotti relativamente poveri e voluminosi, indispensabili però
                   al sostentamento della popolazione e alla vita industriale del paese;
                   ed inoltre di rapido consumo. [...] si consideri che su poco più di 16
                   milioni di tonnellate di merci importate via mare nel 1914: oltre 9
                   milioni di tonnellate furono costituite dal carbon fossile; un milione
                   e 200 mila dai cereali e dai legumi; un milione circa dal legname
                   comune; 600 mila da materiali e prodotti metallici; più di 500 mila
                   da fosfati; più di 200 mila da cotone greggio; circa 100 mila da semi
                   oleosi; più di 100 mila da petrolio. 10
                Nel 1916, questa contrapposizione tra le due dinamiche della guerra italiana
             sul mare cominciò a manifestarsi sempre più prepotentemente. Tale anno rap-
             presentò il punto mediano del conflitto: la guerra mondiale era a metà del suo
             corso e la logica dell’attrito, risultato di un confronto tra grandi potenze capaci
             di mobilitare le loro risorse in scala senza precedenti, prevaleva su tutto. Tutti gli
             aspetti della guerra, dalla mobilitazione del fronte interno, alle grandi battaglie
             d’attrito di Verdun e della Somme, o a quelle dell’Isonzo sul fronte italiano, fino
             alla guerra sul mare, rimandavano alla volontà di ricercare il lento e sistematico
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             esaurimento del nemico.  La guerra marittima dell’Italia riprese questa tendenza
             e fu caratterizzata dalle operazioni adriatiche, sempre più assomiglianti ad una
             “guerriglia marittima” di logoramento, e dallo spostamento nel Mediterraneo
             della guerra subacquea, attuata dai tedeschi contro il sistema di rifornimento
             dell’Intesa. L’attenzione della marina verso il primo fronte finì col sottrarre ri-
             sorse preziose per il secondo settore, pure più decisivo per l’andamento generale
             del conflitto.



             9  Francesco Galassi, Mark Harrison, Italy at war 1915-1918, in Stephen Broadbarry, Mark Har-
                rison, a cura di, The Economics of World War I, Cambridge University Press, Cambridge 2005,
                pp. 276-309.
             10  Atti parlamentari, Camera, Legislatura XXIV, 1 Sessione, Discussioni, Tornata del 16 marzo
                1916, p. 9506, 9508.
             11  William Phillpott, Attrition, Fighting the First World War, Little Brown, Londra 2014, pp. 3,
                11; ma si veda anche Robert T. Foley, German Strategy and the Path to Verdun: Erich von
                Falkenhayn and the Development of Attrition, 1870-1916, Cambridge University Press, Cam-
                bridge 2005.
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