Page 433 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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giudicata dagli osservatori stranieri come una forza che stava “guadagnando
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rapidamente in efficenza”. Quando l’Italia si schierò dalla parte dell’Intesa,
firmando il Patto di Londra, fece seguito una convenzione navale (10 maggio
1915) che servì a ripartire i compiti delle marine francese, britannica e italiana
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nel Mediterraneo. La marina italiana era intenzionata a vendicare Lissa e so-
prattutto per spinta del capo di stato maggiore, Paolo Emilio Thaon di Revel,
pretese il comando delle forze alleate in Adriatico, composte dal grosso della
flotta italiana e da alcuni rinforzi francesi e britannici, prevalentemente naviglio
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leggero. Questi rinforzi servivano anche a sbilanciare la relatività di forze a
favore dell’Italia, perchè la Regia marina aveva solo una lieve superiorità in fatto
di navi da battaglia moderne rispetto agli austriaci (6 a 4), perciò Revel insistette
almeno per conseguire una netta superiorità nelle forze leggere attraverso nuove
costruzioni e rinforzi alleati:
Anni or sono era stato autorevolmente affermato che a compensare
la preponderanza strategica, logistica e difensiva della sponda op-
posta rispetto alla nostra, dovesse l’efficienza della flotta italiana
esser all’incirca doppia dell’Austriaca. Non essendo possibile con-
seguire in un futuro prossimo, io avevo [...] presentato memoria al
ministro del tempo proponendo di portare a 64 i cacciatorpediniere
e parimenti i sommergibili. 20
Il periodo della neutralità (agosto 1914 – maggio 1915) aveva consentito agli
ammiragli italiani di osservare le operazioni francesi nell’Adriatico, le quali ave-
vano evidenziato come quel mare si prestasse fortemente all’impiego di som-
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mergibili e mine, soprattutto ai danni delle navi da battaglia. Con l’entrata in
guerra perciò si manifestarono due tendenze nelle scelte operative della marina.
La prima, preferita da Revel, era quella di spezzettare la flotta lungo la dorsale
adriatica della penisola per cercare successi locali contro le forze navali nemi-
che, conducendo una sorta di “guerriglia marittima”. La seconda, sostenuta dagli
inglesi e da Luigi Amedeo di Savoia, duca degli Abruzzi e comandante in capo
della flotta italiana, era quella di costringere la flotta nemica ad avventurarsi
17 The National Archives (TNA), War Office 106/752, Report from the naval attaché, British
embassy Rome, 6 ottobre 1914.
18 Mariano Gabriele, Origini, trattative e aspetti della convenzione navale italo-franco-britanni-
ca del 10 maggio 1915, Bollettino d’archivio ufficio storico della marina, XXII, marzo 2008,
pp. 11–55.
19 Paul Halpern, La Grande guerra nel Mediterraneo, Vol. I, 1914-1916, Leg, Gorizia 2009, pp.
256-257.
20 ACS, Carte Boselli, b. 1, f. 14, Ufficio del capo di stato maggiore della marina, Relazione
sintetica sull’opera svolta dal 1° aprile 1913 al 1° ottobre 1915, pp. 11-12.
21 Halpern, La Grande guerra nel Mediterraneo, I, pp. 92-122.

