Page 437 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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             primavera attraverso aggressive ricognizioni dirette verso Trieste e Pola, suppor-
             to alle forze dell’esercito sul fronte dell’Isonzo e la guerra antisommergibile. 35
                Lo sviluppo dei MAS (Motoscafi/Motobarche anti sommergibile) consentì di
             attuare operazioni contro le basi navali nemiche prima irraggiungibili. I MAS,
             progettati dal cantiere SVAN di Venezia e migliorati da alcuni giovani ufficiali di
             marina (fra cui Costanzo Ciano e Luigi Rizzo), entrarono in servizio nell’aprile
             1916. Si trattava di piccole unità armate di uno o più siluri, molto veloci e capaci
             perciò di forzare le basi nemiche compiendo attacchi rapidi e di sorpresa. Lo sco-
             po del MAS era riguadagnare le possibilità offensive che la condotta austrounga-
             rica aveva sottratto alla Regia Marina. Approfittando di queste caratteristiche, la
             notte tra il 6 e il 7 giugno 1916, due unità forzarono il porto di Durazzo occupato
             dagli asburgici e affondarono il piroscafo Lokrum. Tra l’1 e il 2 novembre 1916,
             il MAS 20 forzò il Canale di Fasana nei pressi di Pola, la principale base navale
             nemica: i siluri lanciati non andarono a segno, ma l’impresa dimostrò la vulnera-
             bilità delle protette basi dalmate a questo tipo di azione. 36
                La svolta verso operazioni con nuovi mezzi convinse anche il ministro Corsi
             e il 9 aprile 1916 fu costituito un ispettorato, retto da un contrammiraglio, per le
             armi subacquee e l’aviazione di marina con annesse scuole di formazione. Fece
             seguito il riordino dei servizi aeronautici nel giugno successivo, come premessa
             ad un ampio piano di espansione che avrebbe portato gli apparecchi disponibili
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             ad oltre 700 entro la fine della guerra.  Anche le forze subacquee furono amplia-
             te, sebbene si dimostrassero del tutto inadeguate a causa dei limiti tecnologici
             dei battelli e della mancanza di addestramento del personale. Infatti, nonostante
             l’entrata in servizio di 33 nuove unità nel periodo 1915-1918, non riuscirono
                                                                                  38
             ad affondare nessuna nave da guerra rilevante nel corso dell’intero conflitto.
             Nonostante queste difficoltà, il miglioramento delle capacità operative permise,
             a partire dall’estate 1916, di ricominciare a pensare ad operazioni offensive cen-
             trate sul naviglio sottile e le mine contro le basi nemiche:

                   Le azioni offensive principali  che, di nostra iniziativa  possiamo
                   compiere, sono:
                     -   Crociere in forza eseguite con naviglio sottile per attaccare
                         naviglio diretto ai porti di Antivari, Medua e Durazzo e per
                         eseguire sistematici ancoramenti di banchi di mine agli sboc-

             35  AUSMM, Rdb, b. 497, Diario della flottiglia alto Adriatico dal dicembre 1915 all’aprile 1918,
                pp. 1-14.
             36  Erminio Bagnasco, I mas e le motosiluranti italiane, Usmm, Roma 1969, pp. 107-136.
             37  Gino Galuppini, La forza aerea della Regia Marina, Usmm, Roma 2010, pp. 74-75.
             38  Guido Po, La guerra marittima dell’Italia, Corbaccio, Roma 1934, p. 371; Giorgio Giorgerini,
                Uomini sul fondo, Storia del sommergibilismo italiano dalle origini ai giorni nostri, Monda-
                dori, Milano 2002, pp. 50-56.
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