Page 434 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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434           il 1916. EvoluzionE gEopolitica, tattica E tEcnica di un conflitto sEmprE più EstEso



             nell’Adriatico meridionale, eventualmente effettuando uno sbarco anfibio sulla
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             costa orientale.
                Entrambi gli approcci dimostrarono i loro limiti: la strategia del duca dipen-
             deva dalla volontà degli austriaci di cadere in una trappola alla quale essi sape-
             vano bene di essere esposti. Invece, quella di Revel, data la mancanza di naviglio
             leggero adatto alle operazioni in Adriatico, esponeva le forze italiane ad opera-
             zioni per le quali non erano ancora preparate e addestrate. Infatti, gli austriaci,
             che venivano da un anno di guerriglia contro i francesi in Adriatico, nei primi
             mesi dimostrarono una notevole abilità nel condurre rapide incursioni contro le
             città costiere italiane e nell’impiego di sommergibili e mine, obbligando la Regia
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             marina alla difensiva.  Infine, il bombardamento delle città italiane causò una
             pessima impressione nell’opinione pubblica:
                   Lo stato di angoscia creato alla nostra città dal bombardamento del
                   20 maggio u.s e della condotta pusillanime del nostro Sindaco e del
                   R. Prefetto, tale che ci costringe invocare alla E.V. un provvedimen-
                   to che valga a ridonarci, almeno in parte la tranquillità. 24
                Di conseguenza, la marina fu costretta a cercare piccoli successi locali per
             assecondare le pressioni politiche e a rafforzare la difesa di alcune città costiere,
             come Venezia, con l’invio di naviglio pesante inadatto a quelle acque. Questa
             tendenza indusse la perdita di numerose unità, la più importante l’incrociatore
             corazzato Amalfi (7 luglio 1915), una delle navi pù potenti e moderne della ma-
             rina, dovuta alla sottovalutazione del pericolo costituito dai sommergibili nemici
             da parte dell’ammiraglio Umberto Cagni, che condusse in mare l’unità con una
             scorta troppo ridotta:

                   Il rapporto di V.S. sulla perdita dell’ “Amafi”, gli accertamenti da
                   me personalmente  compiuti  in codesta  Piazza,  appena  avvenuto
                   l’affondamento, ed i risultati dell’inchiesta eseguita da S.E. il vice-
                   ammiraglio Del Bono, portano a concludere che l’operazione che
                   V.S. aveva in animo di svolgere era errata nel concetto e nelle diret-
                   tive date all’Amalfi.
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             22  Ezio Ferrante, La grande guerra in Adriatico nel LXX anniversario della vittoria, Rivista
                marittima, Roma 1987, pp. 31-34.
             23  La descrizione di queste operazioni è in Hans Sokol, La guerra marittima dell’Austria Unghe-
                ria, 1914-1918, Leg, Gorizia 2007, Vol. II, pp. 10-58.
             24  Archivio centrale dello Stato (ACS), Carte Salandra, b. 2, f. 16, Anonima anconitani, 25 luglio
                1915.
             25  ACS, Presidenza del Consiglio dei Ministri (PCM), Guerra europea, b. 106, 19.11.4, Viale a
                Cagni, 31 luglio 1915.
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