Page 432 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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432           il 1916. EvoluzionE gEopolitica, tattica E tEcnica di un conflitto sEmprE più EstEso



                Le cause di questa duplice tendenza vanno rintracciate nel contesto globale
             della guerra, che aveva subito profondi mutamenti rispetto al 1914-15. Verso la
             fine del 1914, era chiaro che le flotte dell’Intesa disponevano di una superiorità
             strategica decisiva: le poche forze tedesche negli oceani furono spazzate entro i
             primi mesi del 1915 e questo consentì alle potenze alleate di bloccare le marine
             tedesca e asburgica rispettivamente nel Mare del Nord e nell’Adriatico. Al tem-
             po stesso, pur essendo nettamente inferiori numericamente, le flotte da battaglia
             degli Imperi centrali poterono continuare ad esercitare le loro funzioni “in poten-
             za”, provando a logorare le forze nemiche con l’utilizzo di mine, sommergibili e
             azioni delle forze di superficie leggere. 12
                La superiorità dell’Intesa permise anche di imporre il blocco economico degli
             imperi centrali, con un progressivo inasprimento che accelerò proprio nel 1916.
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             Il 4 febbraio 1915, la Germania reagì al blocco lanciando la prima campagna di
             guerra sottomarina indiscriminata contro il traffico mercantile nemico, che durò
             fino al settembre successivo ed ebbe tre importanti conseguenze: 1) gli U-boot
             dimostrarono le loro potenzialità, affondando quasi 790.000 tonnellate di navi-
             glio mercantile in sette mesi; 2) l’utilizzo indiscriminato delle forze subacquee
             causò le proteste degli Stati Uniti, sopratutto dopo l’affondamento del Lusitania
             (7 maggio 1915), inducendo i tedeschi a desistere dalla guerra sottomarina illi-
             mitata; 3) per evitare di colpire gli interessi americani, gli ammiragli tedeschi
             spostarono il centro delle loro operazioni suabcquee nel Mediterraneo, influen-
                                                   14
             do pesantemente sulla situazione italiana.  Questa tendenza accelerò dopo la
             Battaglia dello Jutland (31 maggio-1 giugno 1916), che lasciò la Royal Navy
             padrona del Mare del Nord, nonostante le maggiori perdite subite nello scontro,
             dimostrando che i sommergibili erano l’unica arma realmente rimasta sul mare
             alla Germania. 15
                La Regia marina era arrivata al 1915 con una flotta potente e moderna, dotata
             di un livello tecnico di tutto rispetto, anche grazie all’importazione di tecnologia
             britannica e francese.  Nell’addestramento e nell’impiego tattico persistevano
                                 16
             alcune lacune rispetto alle altre marine, ma nel complesso la flotta italiana era


             12  Michael Epkenhans, The Imperial Navy, 1914-1915, in Michael Epkenhans, Jörg Hillmann,
                Frank  Nägler,  Jutland:  World  War  I’s  Greatest  Naval  Battle,  Kentucky  University  Press,
                Frankfurt 2015, pp. 117-142.
             13  Eric W. Osborne, Britain’s economic blockade of Germany, 1914-1919, Frank Cass, Londra
                2004, pp. 115-152.
             14  Lawrence Sondhaus, The Great War at sea, A Naval history of the First World War, Cambridge
                University Press, Cambridge 2014, pp. 136-156.
             15  John Brooks, The Battle of Jutland, Cambridge University Press, Cambridge 2016, p. 541.
             16  Brian  Sullivan, Italian warship construction and maritime strategy 1873-1915,  in  Philip
                Payson O’Brien, a cura di, Technology and naval combat in the twentieth century and beyond,
                Routledge, London 2001, p. 4-21.
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