Page 438 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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438           il 1916. EvoluzionE gEopolitica, tattica E tEcnica di un conflitto sEmprE più EstEso



                         chi dei canali e nelle vicinanze delle basi navali nemiche.
                     -   Occupazione delle isole curzolane e formazione di una base
                         eventuale
                     -   Dobbiamo inoltre considerare e studiare l’eventualità di di-
                         slocare una delle nostre forze navali a Venezia. 39
                I cambiamenti della condotta operativa nell’Adriatico settentrionale indicano
             l’inizio di una trasformazione della guerra della marina, segno di un adattamen-
             to alle logiche della guerra d’attrito, ora volta a logorare le forze nemiche, con
             l’impiego dei nuovi mezzi portati alla ribalta dal conflitto, invece di cercare uno
             scontro decisivo. Tuttavia, mentre era in corso questa trasformazione, intorno al
             Canale d’Otranto, l’attenzione del duca degli Abruzzi restò invece concentra-
             ta intorno alle operazioni della flotta, per impedire l’uscita dall’Adriatico degli
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             asburgici.
                Nel febbraio 1916, la conquista dell’Albania settentrionale rese più sicura
             la base di Cattaro per gli austriaci, offrendo un porto sicuro per le operazioni
             nel basso Adriatico e il sabotaggio della nave da battaglia leonardo da Vinci (2
             agosto 1916), ridusse la superiorità italiana in dreadnought da sei unità a cinque.
             Questo alimentò un certo senso di insicurezza nella Regia marina, nella quale si
             cominciò a ritenere che “Inutilizzazione Leonardo Da Vinci, et possibili muta-
             menti situazione navale basso Adriatico [...] potrebbe indurre grossa squadra
             austriaca dilocarsi Cattaro.”  In realtà, per tutto il 1916, l’atteggiamento della
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             marina austriaca resto difensivo: le navi da battaglia restarono nei porti, ma si-
             milmente a quanto accadeva nella Regia marina, il naviglio leggero, l’aviazione
             e i sommergibili furono riorganizzati e posti sotto un comando unico per miglio-
             rarne il cordinamento. Nel contempo, gli asburgici continuarono la loro intensa
             attività di “guerriglia marittima” con bombardamenti delle coste italiane e l’uti-
                                                                  42
             lizzo di sommergibili e mine per logorare le forze nemiche.
                Le acque intorno al Canale d’Otranto, dove era schierato il grosso della flotta
             italiana, restarono pericolosamente esposte all’azione dei sommergibili nemici.
             Un dato confermato dalla perdita del piroscafo Principe Umberto e della coraz-
             zata Regina Margherita. Il primo fu silurato l’8 giugno 1916 dal sommergibile
             U-5 a largo di Valona, causando la morte di 1.926 uomini: la singola perdita di



             39  AUSMM, Rdb, b. 533, “Considerazioni generali sulle più probabili operazioni offensive e
                difensive, eventuale impiego delle nostre forze navali”, Ufficio del Capo di Stato Maggiore,
                firmato Corsi, 10 agosto 1916, pp. 1-2.
             40  AUSMM, Rdb, b. 533, Ministero della Marina al Duca d’Aosta, Comunicazioni, prot.n. 345,
                24 marzo 1916.
             41  AUSMM, Rdb, b. 533, Stato Maggiore, I Reparto, Telegramma n. 2949, 24 agosto 1916.
             42  Hans Sokol, La guerra marittima dell’Austria-Ungheria, III, pp. 8-9.
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