Page 447 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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                   I mezzi estrinseci per la difesa sono molto più numerosi ma non molto
                   più efficaci, sempre per la stesa ragione e cioè: perché fino ad ora non
                   poté essere risolto il problema fondamentale della caccia ai sommer-
                   gibili che consiste nella loro individualizzazione. Microfoni, indica-
                   tori diversi, idrovolanti etc., sono tutti mezzi che hanno dato talvolta
                   qualche risultato ma in scarsa misura e fino ad oggi, la distruzione
                   di un sommergibile sembra attribuibile non tanto ad abilità quanto a
                   fortuna. 69
                L’unica alternativa era aumentare le possibilità di intercettazione intensifican-
             do il pattugliamento. Nel marzo 1916, perciò gli ammiragli francesi, britannici
             e italiani si riunirono in una conferenza a Malta e decisero di dividere il Me-
             diterraneo in 11 zone di pattugliamento assegnate a ciascuna delle tre marine
             (all’Italia spettarono quella Tirrenica, Adriatica, Libica e Ionica). La conferenza
             stabilì anche rotte “consigliate” per i mercantili e affidò l’intero controllo e co-
             ordinamento della guerra antisommergibile al comando francese del Mediter-
             raneo, guidato dall’ammiraglio Louis Dartige.  In realtà ciascun settore restò
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             sotto il controllo esclusivo della marina a cui era assegnato e perciò, la capacità
             antisommergibile in ciascuna zona dipendeva dalla disponibilità di forze in loco,
             che nel caso di francesi e italiani era limitata, perchè forze leggere e soprattutto
             cacciatorpediniere erano vincolati al servizio in Adriatico, che ambo le parti non
             intendevano sguarnire:
                   Ho fatto presente al Comandante in capo le condizioni del nostro na-
                   viglio silurante ed il servizio che è destinato a compiere, che richiede-
                   rebbe piuttosto un aumento di contributo da parte delle marine alleate.
                   E poichè egli mi faceva osservare che la flotta francese è ridotta in ben
                   misere condizioni e tali da non assicurare la scorta in caso di un’uscita
                   delle squadre così io gli risposi che ero a conoscenza di tale stato di
                   cose [...] Effettivamente il naviglio silurante francese è assai scarso
                   dato il gran lavoro a cui è destinato (ancora attualmente 11 unità fan-
                   no servizio di scorta alle truppe inglesi che dall’Egitto sono dirette in
                   Francia ed a quelle condotte in Egitto) ed oggi diì l’Armata non che
                   una decina di cacciatorpediniere, e non tutti dei maggiori, ed in condi-
                   zioni non molto floride. 71




             69  AUSMM, Rdb, b. 490, Ufficio del Capo di stato maggiore della marina, La guerra al traffico
                dall’inizio delle ostilità al 31 dicembre 1916, Pare I, I sommergibili, giugno 1917, p. 56.
             70  Halpern, La Grande Guerra nel Mediterraneo, pp. 429-457.
             71  AUSMM, Rdb., b. 533, Missione presso l’Armata navale Francese al duca d’Aosta, n. 294
                RR., Argostoli, 5 luglio 1916.
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