Page 451 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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noleggiare piroscafi [...]. 79
Per le importazioni di generi alimentari la situazione era anche peggiore. La
crisi dei rifornimenti fece aumentare rapidamente i prezzi, perciò a partire dal
marzo 1916 fu imposto il calmiere per il grano, granoturco, farina e pasta ali-
mentare, seguiti dallo zucchero e ad aprile il governo si riservò il diritto fissare
i prezzi massimi di vendita. Il 2 agosto 1916, non a caso durante il momento di
massima crisi dei trasporti di quell’anno, iniziò la politica di guerra per l’ali-
mentazione, ma in autunno e in inverno i segni di una crescente crisi alimentare
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andarono moltiplicandosi, anche attraverso agitazioni popolari. Che la situa-
zione andava aggravandosi lo si deduce anche dalla preoccupazione di Salandra,
espressa a Boselli nell’ottobre 1916, secondo cui bisognava evitare a qualunque
costo misure che potessero limitare i consumi alimentari, perchè questo avrebbe
solo creato ulteriore scontento, mentre bisognava considerare la presenza del
pane nel paese importante “quanto quella delle munizioni per la guerra”. 81
Nel 1916, la guerra italiana sul mare perciò fu caratterizzata da una duplice
dinamica di trasformazione e crisi. In un certo senso, le necessità della guerra
marittima italiana dal punto di vista politico cozzavano con quelle della guerra
economica e mentre le prime prevalevano nel dirigere l’impegno navale italiano,
la seconda acquisiva sempre maggiore importanza per lo sforzo complessivo del
paese. In Adriatico, gli sviluppi indotti dalle operazioni di “guerriglia marittima”
avevano indotto una trasformazione con l’introduzione di nuovi mezzi e il poten-
ziamento degli esistenti. In questo, la guerra italiana rimandava all’aspetto più
globale del conflitto sul mare che, almeno apparentemente, aveva squalificato le
grandi e costose flotte da battaglia del periodo prebellico a vantaggio di mine,
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siluranti e sopratutto sommergibili. Nei due anni successivi, questa evoluzione
avrebbe permesso di mantenere bloccata la flotta austriaca in Adriatico, come
dimostrò la battaglia del Canale d’Otranto (14-15 maggio 1917) e di passare ad
una decisa offensiva, un approccio operativo definito come “battaglia in porto”,
attaccando la marina austriaca nelle proprie basi. In seguito, l’efficacia di questa
evoluzione fu confermata dagli affondamenti della corazzata Wien (10 dicembre
1917), della dreadnought Szent Istvan (10 giugno 1918) e della gemella Viri-
79 ACS, PCM, Guerra europea 1915-1918, b. 33, f. 17.2, Il sindaco di Torino a Boselli, Torino
26 novembre 1916.
80 Maria Concetta Dentoni, Annona e consenso in Italia, 1914-1919, Franco Angeli, Milano
1995, pp. 31-36.
81 Antonio Salandra, Il diario di Salandra, 14 novembre 1916, Mondadori, Milano 1966, pp.
115-116.
82 Paul Kennedy, The War at Sea, in Winter, The Cambridge History of the First World War, Vol.
I, pp. 321-348.

