Page 455 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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             raggiungere la flotta franco-inglese col bombardamento dei forti esterni dello
             Stretto”, tanto più che l’offensiva fu troncata prima della totale distruzione del-
             le piazzeforti turche. Ad ogni modo quest’offensiva franco-inglese rappresentò
             il primo attacco navale ai Dardanelli per il quale furono scelte – visto il tea-
             tro di guerra “secondario” – dodici pre-dreadnought (otto britanniche e quattro
             francesi) all’epoca obsolete rispetto le dreadnought, il motivo della temporanea
             sospensione dell’offensiva fu dovuto in massima parte alle pessime condizioni
             atmosferiche, l’azione riprese poi il 25 febbraio con le corazzate anglo-francesi
             che colpirono ripetutamente i forti di Seddülbahir e Kumkale, successivamente
             abbandonati dalle guarnigioni ottomane.
                Altri sbarchi avvennero poi ai primi di marzo, senza riportare al-cuna vittoria,
             e i cannoneggiamenti non poterono effettuarsi in modo costante a causa delle
             pessime condizioni atmosferiche. Cinque le spiagge designate dal comando ge-
             nerale della MEF che si trasformeranno, come vedremo, in un immenso carnaio,
             la campagna rimane quindi uno dei più grandi disastri militari alleati della prima
             guerra mondiale.
                L’operazione fu pensata per conseguire il controllo dello Stretto dei Darda-
             nelli e la capitolazione dell’Impero ottomano ma si concluse con delle enor-
             mi perdite militari della Mediterranean Expeditionary Force e una ritirata poco
             “gloriosa”.
                La storiografia contemporanea ha dibattuto a lungo, sin dopo la fine del con-
             flitto mondiale, sulle specifiche responsabilità di Winston Churchill, all’epoca
             primo Lord dell’ammiragliato nel governo liberale Asquit, che ebbe un ruolo
             definito nella concezione dell’attacco e in parte nella condotta delle operazioni.
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                Il primo ministro britannico Herbert Henry Asquit e il gabinetto di guerra
             inglese sottovalutarono in quei mesi la capacità di resistenza ottomana e, come
             vedremo, assegnarono alla campagna militare mezzi limitati, lo stesso ministro
             della Guerra Lord Kitchener assieme agli ammiragli inglesi fu restio nell’impie-
             gare il meglio della flotta inglese in quell’area.  Il secondo rapporto dell’addetto
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             militare italiano a Costantinopoli sui “fatti” dei Dardanelli fu spedito il 28 feb-
             braio e racconta i bombardamenti della Mediterranean Expeditionary Force ai
             forti ottomani di tre giorni prima. Regnava una silente preoccupazione tra l’esta-
             blishment ottomana, il 24 febbraio iniziarono i preparativi per traslocare in Asia


             3  Vedi P.J. Haythornthwaite, Gallipoli 1915, Assalto frontale alla Turchia, Edizioni del Prado,
                Madrid, 1999, T. Travers, Gallipoli 1915, Tempus, Charleston (SC), 2001, A. Caminiti, Galli-
                poli 1915, La campagna dei Dardanelli, Libero di scrivere, Genova, 2008. Sulle responsabilità
                di Winston Churchill nell’ambito delle operazioni alleate ai Dardanelli vedi T. Higgins, Win-
                ston Churchill and the Dardanelles, Heinemann, London, 1963.
             4  Un ricco e dettagliato resoconto dell’interpretazione politica e militare degli eventi legati ai
                Dardanelli fu redatto dallo stesso primo ministro inglese H.H. Asquit, The genesis of the war,
                Cassel and Co., London, 1923.
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