Page 459 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
P. 459

V SeSSione - WorkShop. CaSi di Studio                               459


             pediniere britannici Chelmer, Colne, Ribble, Usk, Foxhound, Scourge e Beagle,
             stavolta lo sbarco avvenne nei punti prestabiliti ma sfumato l’effetto sorpresa le
             unità si trovarono sotto un fitto e co-stante fuoco dell’artiglieria ottomana.
                La reazione ottomana non si fece attendere quindi, già alle sei di mattina
             le notizie degli sbarchi raggiunsero il comandante della Vª armata Liman von
             Sanders che credeva che lo sbarco a Gaba Tepe (Anzac Cove) facesse parte di
             un depistaggio per nascondere il vero luogo degli sbarchi – cioè Bulair – dove
             la penisola di Gallipoli si unisce all’entroterra turco. Mustafà Kemal posizionò
             quindi il suo quartier generale sullo Scrubby Knoll (Kemal Tepe) la terza cresta
             ordinando: “Io non mi aspetto che voi attacchiate, io vi ordino di morire! Nel
             tempo che passa fino alla nostra morte, altre truppe e comandanti possono pren-
             dere il vostro posto!”
                                13
                Molti soldati britannici caddero nell’acqua profonda sospinti dal peso dell’e-
             quipaggiamento e annegarono, altri rimasero impigliati nel filo spinato e bersa-
             gliati dal tiro ottomano, un disastro per la MEF. Il 28 aprile 1915 iniziò quindi la
             prima delle tre battaglie nei dintorni di Krithia, gravissime anche in questo caso
             furono le perdite degli Alleati. È nelle informazioni “particolari” che Ernesto
             Mombelli riesce co-me sempre a regalarci ulteriori dettagli di quanto, parallela-
             mente alle mere azioni di guerra, la società ottomana dell’epoca stava “assorben-
             do” e come stava reagendo.
                L’episodio del gruppo di ventuno prigionieri fatti a Gallipoli e portati in trion-
             fo per le vie di Costantinopoli, in quei giorni, mostra come l’entusiasmo dell’e-
             stablishment militare ottomano strideva con la percezione del popolo che, in quel
             caso, rimase ammutolito di fronte alla sfilata del bottino di guerra.
                I prigionieri di cui due ufficiali francesi e due inglesi furono fatti camminare
             per le vie della capitale, in segno di vittoria, in mezzo a due file di gendarmi con
             baionetta innestata, la popolazione ha assistito silenziosa al corteo “disapprovan-
             do in cuor suo l’atto poco pie-toso compiuto dalle autorità turche”.
                                                                        14
                A causa dei confusi attacchi della MEF, della disorganizzazione dei repar-
             ti, dei tentennamenti durante le prime operazioni di asse-stamento sulle strette
             spiagge, il corpo di spedizione si ritrovò quindi in una grave situazione di stallo.
             Riassumendo quindi, secondo i comunicati turchi, le operazioni nella penisola di
             Gallipoli procedevano favorevolmente per le truppe imperiali della Porta anche
             se, ammonì Mombelli, le stesse “non sono ancora riuscite a ricacciare definitiva-
             mente in mare l’ostinato avversario, ma lo tengono tuttavia inchiodato presso la
             costa in una situazione per esso insopportabile e gli infliggono tali perdite che lo




             13  J. Erickson, Ordered to die…, p. 83.
             14  AUSSME, G29, b112, fasc. 10, Avvenimenti militari in Turchia dal 26 aprile all’1 maggio
                1915 inclusi, 2 maggio 1915, p. 1.
   454   455   456   457   458   459   460   461   462   463   464