Page 461 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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colpevoli della disastrosa operazione, l’ennesima ai Dardanelli, nei comandanti
di reparto anche se le responsabilità andavano oggettivamente condivise con tut-
to l’establishment militare a supporto dell’offensiva.
Il piano di evacuazione del contingente alleato da Gallipoli si svolse in cir-
costanze a dir poco difficili il 27 novembre infatti un violento nubifragio causò
l’inondazione di gran parte degli accampamenti alleati provocando l’annega-
mento di circa un centinaio di soldati, nei giorni successivi poi la temperatura
precipitò ben al di sotto dello zero e una forte tempesta di neve procurò 12mila
casi di congelamento tra le già malridotte truppe. Così il giorno dell’Immacola-
ta Concezione del 1915 iniziò davvero l’evacuazione alla Baia dell’Anzac e a
Suvla, in dodici giorni furono evacuati circa 83mila soldati, cinquemila cavalli e
muli, duemila automezzi e quasi duecento cannoni di grosso calibro. Il completo
fallimento della campagna di Gallipoli, ma non solo, provocò infine la caduta
del governo inglese di Herbert Asquit som-merso dalle critiche di un’opinione
pubblica sempre più contrariata dalle scelte di politica estera del liberale dello
West Yorkshire che il 5 dicembre del 1916 (un anno dopo il ritiro da Gallipoli)
rassegnò le proprie dimissioni.
Asquit rimase quindi fuori dal governo formato dal nuovo primo ministro
David Lloyd George e successivamente a guerra terminata si determinò la spac-
catura tra le file del Partito Liberale inglese che si rimarginò nuovamente sotto
la leadership di Asquit qualche anno dopo che appoggiò il primo esecutivo la-
burista di Ramsay MacDonald (22 gennaio-4 novembre 1924). Il duro atteg-
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giamento esercitato dal governo di Costantinopoli nei confronti della comunità
armena finì con l’esasperare questa minoranza etnico-religiosa dell’Impero che
iniziò a organizzarsi attraverso un movimento nazionalista deciso a combattere
per la propria indipendenza.
Tutto iniziò, come scritto in precedenza, con la crisi endemica dell’Impero
ottomano già alla fine del XIX secolo vi furono infatti diversi massacri fra la
popolazione armena e nel 1909 i Giovani Turchi uccisero circa 30mila armeni in
Cilicia (Adana).
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All’inizio della Prima guerra mondiale la cocente sconfitta ottomana sul fron-
te caucasico, terra a maggioranza armena, provocò quello che oggi è definito un
vero e proprio genocidio (24 aprile 1915).
A Costantinopoli circa 2.300 armeni furono arrestati, deportati e uccisi, centi-
naia di migliaia di vecchi, donne e bambini vennero avviati a piedi verso i lontani
19 Su Ramsay MacDonald vedi C.L. Mowat, Ramsay MacDonald and the Labour Party, in «Es-
says in Labour History 1886-1923», Asa Briggs and John Saville, London, 1971.
20 R.H. Kévorkian, The Cilician Massacres, April 1909, in «Armenian Cilicia», Richard G. Ho-
vannisian and Simon Payaslian, UCLA Armenian History and Culture Series, Historic Arme-
nian Cities and Provinces, Mazda Publishers, Costa Mesa, California, 2008, pp. 339-69.

