Page 457 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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             mine Canopus (1900) e la Cornwallis (1904).
                Ci avviciniamo così alla seconda azione offensiva della MEF ai Dardanelli
             (18 marzo). Intanto il 12 marzo il governo ottomano decretò l’espulsione di tutti
             i sudditi serbi e montenegrini residenti in Turchia entro le ventiquattro ore, sca-
             dute le quali i renitenti sarebbero stati incarcerati, il clima era sempre più teso.
                Il 18 marzo il vice ammiraglio della Royal Navy Sir John de Robeck lanciò
             quindi l’attacco ai Dardanelli portando l’intera squadra sullo Stretto che iniziò
             a colpire le postazioni dell’artiglieria ottomana a Çanakkale e a Kilitbahir da
             una distanza di tredici chilometri, mettendo temporaneamente fuori uso i forti
             ottomani. Le corazzate della squadra francese agli ordini dell’ammiraglio Émile
             Guépratte – Bouvet, Charlemagne, Gaulois e Suffren – virarono verso la costa
             asiatica scontrandosi contro un’inaspettata sorpresa: una fila di mine poste lun-
             go la baia di Eren Keui, parallela alla costa e fuori dai campi già rilevati dagli
             anglo-francesi.
                Dieci giorni prima il capitano tedesco Gehl aveva fatto disporre le mine in
             modo furtivo dal piroscafo Nousret che condannò ai fondali del Mar di Marmara
             la corazzata Bouvet – che affondò in pochi minuti assieme all’equipaggio – l’in-
             crociatore britannico HMS Inflexible e la corazzata HMS Irresistible, danneggia-
             to e quasi colato l’incrociatore riuscì però ad allontanarsi, sfuggendo così al triste
             esilio sui fondali, ma l’inaspettata sorpresa provocò incertezza e confusione nel
             comando della MEF, prevedibile, l’ammiraglio di Naas (Irlanda) annullò quindi
             l’attacco e diede l’ordine di ritirarsi. Scrisse Mombelli: “Il mattino del 18, alle
             ore 11:30, 16 corazzate e incrociatori, insieme con numerose navi minori, hanno
             aperto un fuoco violento contro la difesa interna dello stretto.
                Alle ore 14 la corazzata francese Bouvet è colata a picco per l’urto contro una
             mina galleggiante. Alle ore 15 una parte della flotta nemica si è ritirata, 8 co-
             razzate hanno proseguito il fuoco fino alle 18, poi si sono allontanate”.  Alcuni
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             comandanti della Mediterranean Expeditionary Force avrebbero effettivamente
             voluto riprendere l’attacco ma de Robeck fu del parere opposto, sostenuto dai
             generali dell’Australian and New Zealand Army Corps (in particolar modo da
             William Birdwood e Ian Hamilton).
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                Intanto  le  Die Fliegertruppen des deutschen Kaiserreiches  (truppe  aeree
             dell’Impero tedesco) si portarono a Gallipoli per svolgere missioni di ricogni-
             zione a favore dei turchi, con base a Çanakkale. Mentre gli alleati continuavano
             ad ammassare reparti nelle isole greche più vicine alla Turchia in preparazione


             10  AUSSME, G29, b112, fasc. 10, Avvenimenti militari in Turchia dal 14 al 20 marzo 1915 inclu-
                si, 21 marzo, pp. 4-5.
             11  Vedi C.E.W. Bean, The Story of Anzac from the outbreak of war to the end of the first phase of
                the Gallipoli Campaign, May 4, 1915, Official History of Australia in the War of 1914–1918,
                Angus & Robinson, Sydney, 1941.
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