Page 458 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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458           il 1916. EvoluzionE gEopolitica, tattica E tEcnica di un conflitto sEmprE più EstEso


             all’attacco terrestre, il comando generale dell’esercito imperiale ottomano si de-
             dicò al potenziamento delle difese installando reticolati, scavando trincee e posi-
             zionando ridotte e nidi di mitragliatrici in punti strategici, il tutto sotto la stretta
             supervisione degli ufficiali tedeschi a cui furono affidate due delle sei divisioni
             a Gallipoli.
                Il maresciallo Liman von Sanders assieme a tutto lo stato maggiore della
             nuova Vª armata partì il 26 marzo per Gallipoli per installare il suo quartier
             generale sicuro di poter predisporre al meglio le difese contro qualsiasi tenta-
             tivo di forzamento da parte del nemico, partirono per i Dardanelli anche tutti
             gli ufficiali tedeschi presenti a Costantinopoli con le relative truppe, a parte gli
             addetti ai servizi d’intendenza e quelli assegnati alle batterie del Bosforo, intanto
             sull’opposto schieramento di forze il generale Hamilton perfezionò i suoi piani
             d’attacco, furono scelte cinque spiagge per lo sbarco designate dalle lettere S, V,
             W, X e Y sull’estremità della penisola nei pressi di Capo Helles e un’altra, la Z,
             a nord delle prece-denti.
                Mancava davvero poco all’attacco del 25 aprile. L’ordine di battaglia dell’a-
             zione offensiva anglo-francese ai Dardanelli era formato dalla 29th Division,
             dalla Royal Naval Division, dalla Ist Australian Division, dall’Australian and
             New Zeland Division e dalla Divisione Francese. Lo sbarco iniziò tra la notte
             del 24 aprile e le prime luci dell’alba del 25, le truppe alleate dovevano sbarcare
             da scialuppe di salvataggio e piccole imbarcazioni – completamente scoperte –
             dopo un traino iniziale da parte di rimorchiatori, le unità avrebbero dovuto poi
             coprire il tratto finale a remi tentando di schivare il probabile tiro delle piazze-
             forti turche, quindi appena giunti a terra riorganizzarsi e affrontare i reticolati che
             proteggevano le uscite dalla spiaggia.
                Il primo sbarco avvenne quindi sul litorale settentrionale – nome in codi-
             ce “spiaggia Z” – intorno alle quattro di mattina, conosciuto dalla storiografia
             anglosassone come Landing at Anzac Cove.  Quest’azione venne praticata da
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             soldati australiani e da neozelandesi che per la prima volta nella storia combatte-
             vano per le proprie nazioni, si trattava del secondo piano di sbarco sulla penisola
             di Gallipoli in supporto a quello generale (il primo) ad opera della 29ª divisione
             britannica diretto a Capo Elles, entrambi sotto il comando del generale britanni-
             co Sir Ian Hamilton. La seconda parte dello sbarco – formata dall’altra metà del
             9°, del 10°, dell’11° e da tutto il 12° battaglione – fu portata dai sette cacciator-


             12  Della ricca storiografia anglosassone sull’argomento vedi A.G. Butler, Gallipoli, Palestine
                and New Guinea, Official History of the Australian Army Medical Service I, Australian War
                Memorial, Melbourne, 1938; C. Bean, The Story of ANZAC from the Outbreak of War to the
                End of the First Phase of the Gallipoli Campaign, May 4, 1915, Official History of Australia
                in the War of 1914–1918 I, (11th ed.), University of Queensland Press, Brisbane, 1941; L.
                Carlyon, Gallipoli, Random House, Sydney, 2001. Oltre al prezioso diario del generale Ian
                Hamilton, Gallipoli Diary, 1915, Library of Alexandria, Alexandria, 1930.
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