Page 484 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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484 il 1916. EvoluzionE gEopolitica, tattica E tEcnica di un conflitto sEmprE più EstEso
Era invece molto forte il legame e una reciproca profonda comprensione tra
la Monarchia sabauda e i militari. Da Carlo Alberto, per arrivare a Vittorio Ema-
nuele II, Umberto I e al giovane Vittorio Emanuele III, i sovrani erano stati sol-
dati e avevano vestito l’uniforme non solo per antica tradizione storica ma con
profonda identificazione con l’arte militare. Le alte sfere militari appartenevano
ancora per la maggior parte alla nobiltà piemontese o discendevano da quella
casta che aveva ‘pugnato’ per l’indipendenza. Eppure agli inizi del secolo XX
la società militare era ancora vista da alcuni come costituita da figli cadetti delle
famiglie nobili o molto benestanti, giovani che non avevano molta ‘arte’ nella
vita di tutti i giorni (e ovviamente ai quali non era andato il patrimonio familiare
ancora destinato al primogenito) e quindi erano collocati nelle Forze Armate
(quando inadatti al sacerdozio), anche per fare da rilucente palcoscenico nelle
feste e nei balli. Sarà difficile per i militari far cambiare questo concetto nella
maggior parte della popolazione. Con il regime fascista saranno rivalutati e sarà
data loro grande importanza dal Duce, ma dopo la sconfitta nella seconda guerra
mondiale dovranno ancora una volta con fatica ritrovare un consenso e una stima
in larghi strati della democratica società italiana.
Altri due avvenimenti segnarono il 1916. Uno fu la rielezione di Woodrow
Wilson il 7 novembre alla Presidenza USA: vinse le elezioni soprattutto con uno
slogan: he kept us out of war ma alla fine del 1916 e agli inizi del 1917 l’ex
professore di Scienze Politiche e decano dell’Università di Princeton, comprese
che proprio per la salvezza e il benessere degli Stati Uniti, non poteva essere più
mantenuta una neutralità in un conflitto così globale e quindi il 2 aprile 1917
decise di chiedere al Congresso la dichiarazione di entrata in guerra contro la
Germania. E come sarebbe successo nella seconda guerra mondiale, la parteci-
pazione degli Stati Uniti al conflitto ne decise in gran parte le sorti.
Un secondo avvenimento ebbe notevole influenza sull’andamento generale
del conflitto: la morte dell’Imperatore Francesco Giuseppe il 21 novembre. Ses-
santotto anni di regno, un tempo amato dai suoi governati e poi a mano a mano
odiato come tiranno da chi in nome del nazionalismo voleva l’indipendenza,
l’Imperatore aveva avuto, agli inizi del regno, una personalità carismatica insie-
me alla consorte Imperatrice Elisabetta, notoriamente sensibile alle istanze di au-
tonomia o indipendenza delle popolazioni che facevano parte del’Impero austro
ungarico. Sul piano militare però aveva commesso alcuni errori volendo avere
un comando di tipo assolutistico, non accontentandosi di essere il comandante
supremo ma volendo esercitare un effettivo comando e controllo, senza avere
però pratica conoscenza di quel che realmente occorreva per l’ammodernamento
delle sue truppe in un secolo di rivoluzione industriale e in un impero multina-
zionale con nuove forti istanze nazionalistiche.
In sintesi l’imperatore assommava in sé le funzioni di regnante, comandante
militare supremo e comandante dell’esercito. La sua scomparsa mise in serio pe-

