Page 53 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
P. 53

I SeSSIone - l’evoluzIone InternazIonale del ConflItto               53


             assediati  si  risolsero  in  altrettante  sconfit-
             te, al costo complessivo di circa trentamila
             perdite  per  gli  alleati  e  di  circa  diecimila
             perdite per  i turchi.  Questi  tentativi si  tra-
             dussero nelle battaglie del fiume Wādi (13
             gennaio), di Hanna (21 gennaio) e di Dujai-
             lah (8 marzo) . Queste battaglie si svolsero
                          7
             relativamente lontano dall’area dell’assedio,
             perché subito dopo avere posto sotto assedio
             Kūt  al-ʽAmāra  i  turchi,  ben  supervisiona-
             ti da von der Goltz, allestirono tutto intor-
             no una serie di progressive linee di difesa.
             Prendiamole ora in esame partitamente e più
             da vicino. Nixon iniziò con l’inviare in soc-
             corso  di Townshend  una  divisione  guidata
             dal generale Fenton J. Aymler (1862-1935).
             Il 6 gennaio 1916 l’avanguardia britannica,   Sir Charles Vere Ferrers
             guidata dal generale George Younghusband      Townshend (1861-1924)
             (1859-1944), ingaggiò un primo scontro con le truppe ottomane e fu duramente
             sconfitta a Šaiḫ Saʽad . I turchi prudentemente non si lanciarono alla controffen-
                                8
             siva e al contrario il 9 gennaio si ritirarono di circa 16 km verso il wādi. Il grosso
             della divisione di Aymler sopraggiunse il 13 gennaio. Aymler ordinò a un altro
             sottoposto, il generale George E. Kemball (1859-1941) di attaccare frontalmen-
             te. Nel frattempo il resto delle forze britanniche avrebbe dovuto effettuare una
             manovra sui fianchi. Tuttavia, anche a causa della mancanza di mappe accurate



                una curiosa coincidenza. Le cose stanno diversamente. Nel 1934 Mustafa Kemal decise che,
                sul modello occidentale, tutti i cittadini della Repubblica di Turchia dovessero dotarsi di un
                regolare cognome di famiglia. Fu in quell’occasione che la Grande Assemblea Nazionale di
                Turchia votò la mozione in forza della quale lui, e solo lui, assunse il cognome Atatürk e diven-
                ne formalmente Kemal Atatürk (“Grande Progenitore Turco”). Nel quadro di questa riforma,
                e in memoria della pagina più gloriosa della sua vita, Halil scelse Kut come proprio cognome.
                Ottima scelta, bisogna dire: perché kūt in arabo vuol dire castello, piccola fortezza (e kuwait è
                il diminutivo di kūt); ma il pressoché omofono vocabolo prototurco kut vuol dire buona stella,
                buon auspicio, come si ricava da derivati comunissimi nel turco attuale, come l’aggettivo kutlu
                (caratterizzato da buon auspicio, benedetto) e il verbo kutlamak (celebrare). Da tutto ciò deriva
                anche che p. es. İsmail Enver è un doppio nome e non una coppia nome-cognome.
             7  Riguardo al “fiume Wadi” riportiamo quanto affermano le varie fonti consultate, ma con una
                certa perplessità, visto che wādi vuol dire innanzitutto “letto (spesso e volentieri in secca) di
                fiume”, poi per estensione “valle”: è insomma un nome comune e non proprio. Ipotizziamo
                che la battaglia si sia svolta presso un wādi che, essendo l’unico della zona, per i locali non
                necessitava di ulteriori denominazioni.
             8  ḫ indica un’aspirazione molto aspra, come la ch tedesca di Bach.
   48   49   50   51   52   53   54   55   56   57   58